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Sinodo 2018, la Chiesa si interroga sui giovani alla luce del Vangelo di Giovanni

“‘Questo vi ho detto perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena‘: ecco il progetto di Dio per gli uomini e le donne di ogni tempo e dunque anche per tutti i giovani e le giovani del III millennio, nessuno escluso. Annunciare la gioia del Vangelo è la missione che il Signore ha affidato alla sua Chiesa”. E’ l’incipit del documento preparatorio per la XV Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, in programma per l’ottobre 2018, in Vaticano.

Una Chiesa in uscita

Sulla scia dell’Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium” e in continuità con il grande Sinodo sulla famiglia, di cui l’Esortazione “Amoris Laetitia” ne custodisce l’eredità, “la Chiesa – si legge nel documento – ha deciso di interrogarsi su come accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia. Attraverso i giovani, la Chiesa potrà percepire la voce del Signore che risuona anche oggi“.

Il testo, di 69 pagine pubblicato dalla Libreria editrice vaticana, descrive una linea generale in forma di dialogo per una migliore e fruttuosa azione pastorale nei confronti dei giovani, e, in pieno accordo con l’idea di Papa Francesco, il documento raccomanda di “uscire dai propri schemi preconfezionati” per incontrarli “lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi” abbandonando “quelle rigidità che rendono meno credibile l’annuncio della gioia del Vangelo”.

L’evangelista Giovanni, modello di riferimento

Icona di riferimento del documento è la figura dell’evangelista Giovanni. Si va prefigurando, dunque, una sorta di cammino sulle orme del discepolo “che Gesù amava”. Un cammino lungo, che va dalla chiamata fino alla testimonianza, passando per la croce e la risurrezione, fatto di discernimento insieme a tutti gli altri discepoli. La riflessione proposta si articolata in tre passi: “Si comincia delineando sommariamente alcune dinamiche sociali e culturali del mondo in cui i giovani crescono e prendono le loro decisioni, per proporne una lettura di fede. Si ripercorrono poi i passaggi fondamentali del processo di discernimento, che è lo strumento principale che la Chiesa sente di offrire ai giovani per scoprire, alla luce della fede, la propria vocazione. Infine si mettono a tema gli snodi fondamentali di una pastorale giovanile vocazionale”. Dunque, l’obiettivo del Sinodo è individuare il modo di “accompagnare i giovani a riconoscere e accogliere la chiamata all’amore e alla vita in pienezza, e anche di chiedere ai giovani stessi di aiutarla a identificare le modalità oggi più efficaci per annunciare la Buona Notizia”.

I giovani nel mondo di oggi

Nella prima parte, che fotografa la situazione dei “giovani nel mondo di oggi“, si va delineando un quadro che “interpella” la Chiesa alla luce della fede, evidenziando alcune questioni di attualità, dalla sfiducia e incertezza che nutrono le nuove generazioni nei confronti delle istituzioni, passando per la disoccupazione, fino alla globalizzazione e all’immigrazione, il tutto in un mondo “iperconnesso” grazie a internet e ai social media, senza dimenticare le difficoltà di comprensione tra figli e genitori. Questioni in cui “valide opportunità e rischi insidiosi si intrecciano in un groviglio non facilmente districabile“. In questo contesto di “fluidità e precarietà”, “la transizione alla vita adulta e la costruzione dell’identità richiedono sempre più un percorso ‘riflessivo’. La conclusione, è la seguente: “Se nella società o nella comunità cristiana vogliamo far succedere qualcosa di nuovo, dobbiamo lasciare spazio perché persone nuove possano agire”.

Fede, discernimento, vocazione

La seconda parte presta attenzione al tema “fede, discernimento, vocazione“. Nella conferenza stampa di presentazione del documento, il Segretario del Sinodo, Lorenzo Baldisseri, ha precisato che “vocazione” non va intesa “in senso stretto, solo dei preti e delle suore, ma in senso ampio“. Il testo, infatti, partendo dall’analisi del “discernimento”, cioè processo con cui la persona arriva a compiere, in dialogo con il Signore e in ascolto della voce dello Spirito, le scelte fondamentali, a partire da quella sullo stato di vita”. Discernere significa anche ascoltare “la voce dello Spirito e riconoscerla dagli altri richiami e decidere che risposta dare è un compito che spetta a ciascuno“.

Azione pastorale

La terza ed ultima sezione è dedicata all'”azione pastorale“. Nel documento si legge: “Accompagnare i giovani richiede di uscire dai propri schemi preconfezionati, incontrandoli lì dove sono, adeguandosi ai loro tempi e ai loro ritmi; significa anche prenderli sul serio nella loro fatica a decifrare la realtà in cui vivono e a trasformare un annuncio ricevuto in gesti e parole, nello sforzo quotidiano di costruire la propria storia e nella ricerca più o meno consapevole di un senso per le loro vite”. Si va prefigurando, quindi, una nuova “Pastorale vocazionale” che accoglie “l’invito di Papa Francesco a uscire, anzitutto da quelle rigidità che rendono meno credibile l’annuncio della gioia del Vangelo, dagli schemi in cui le persone si sentono incasellate e da un modo di essere Chiesa che a volte risulta anacronistico. Uscire è segno anche di libertà interiore da attività e preoccupazioni abituali, così da permettere ai giovani di essere protagonisti”.

Chi sono i destinatari di questa pastorale? “Tutti i giovani, nessuno escluso”, si legge nel testo, soprattutto “i giovani poveri, emarginati ed esclusi“. Gli adulti impegnati nell’accompagnamento, prosegue il documento, siano “maturi” ed evitino “ogni forma di abuso”. Collegandosi con la seconda sezione, il testo afferma che chi svolge la funzione di accompagnatore non può mai sostituire il giovane nelle proprie scelte. E sui i luoghi in cui incontrare i giovani, oltre alle sale parrocchiali o negli ambienti dei movimenti cattolici, sottolinea il documento, vi sono anche altre dimensioni, quali il volontariato sociale e il mondo digitale.

Evangelizzare sul web

Per il web è stato pensato un sito internet ad hoc, sinodogiovani2018.va, che, come ha spiegato in conferenza stampa monsignor Fabio Fabene, sottosegretario del Sinodo, sarà in linea dal primo marzo. “In una società sempre più rumorosa, che offre una sovrabbondanza di stimoli – conclude Fabene -, un obiettivo fondamentale della pastorale giovanile vocazionale è offrire occasioni per assaporare il valore del silenzio e della contemplazione e formare alla rilettura delle proprie esperienze e all’ascolto della coscienza”.

Il questionario finale

A conclusione del testo, che confluirà poi nell'”Instrumentum laboris”, è allegato un primo questionario che sarà indirizzato ai giovani di tutte le diocesi del mondo. La grande novità è che a questa prima consultazione ne seguirà una seconda “attraverso Internet, con un questionario sulle loro aspettative e la loro vita“. Nel questionario ci sono quindici domande rivolte ai giovani ai quali seguono altre tre tematiche per ogni continente. Ad elaborare i quesiti sono stati i membri della Segreteria del Sinodo, provenienti da ogni parte del mondo.

La lettera di Papa Francesco

In occasione della presentazione di questo documento, la Santa Sede ha diffuso una lettera scritta da Papa Francesco e indirizzata ai giovani. Nella lettera Bergoglio invita i giovani a non avere “paura di ascoltare lo Spirito che vi suggerisce scelte audaci“.

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