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Tiangong-1 si schianta nel Pacifico

L'atteso impatto con l'atmosfera terrestre è avvenuto alle 2.16, ore italiane: la stazione spaziale cinese Tiangong-1, annunciata in caduta già nei giorni scorsi, è rientrata sulla Terra dopo aver trascorso 2.375 giorni e 21 ore in orbita e, almeno inizialmente, il raggio previsto per l'eventuale caduta di frammenti aveva compreso anche il Centro-Sud del nostro Paese. Il modulo cinese, invece, ha finito la sua corsa nel Pacifico meridionale, come reso noto dal Joint Force Space Component Command (Jfscc) degli Stati Uniti, con dispersione di frammenti prevista attorno all'acripelago delle Isole Cook, Tahiti e Polinesia francese. L'impatto con l'acqua dell'oceano è avvenuto alle a est dell'isola di Rarotonga, dove sorge la capitale delle Cook, Avarua, quando l'orologio segnava all'incirca le 12.15 locali: essendo il cielo illuminato dalla luce del sole, non è stato possibile notare scie luminose dovute all'ingresso in atmosfera dei frammenti della stazione.

Il raggio di caduta

Il rischio per la Penisola italiana di essere coinvolta dalla caduta dei frammenti è stato da subito molto basso, toccando lo 0,1% di possibilità nella giornata di ieri. Attorno alla mezzanotte fra la domenica di Pasqua e il lunedì dell'Angelo la percentuale di rischio si è azzerata totalmente con un'unica eccezione, per quanto infinitesimale, per l'isola di Lampedusa. Secondo quanto affermato anche dall'agenzia spaziale cinese, il rientro sulla Terra di Tiangong-1 si è concluso senza incidenti, essendo la stazione andata quasi totalmente in frantumi un attimo dopo l'impatto con la nostra atmosfera, senza che la variabile dell'incontrollabilità riscontrata nei giorni scorsi abbia causato ulteriori difficoltà schiantandosi, paradossalmente, non troppo distante dal cosiddetto “Punto Nemo”, ossia il punto sulla superficie dell'Oceano più lontano da qualsiasi terra emersa, dove altri satelliti hanno terminato le loro missioni.

Numerosi rinvii

Numerosi dettagli sulla Tiangong-1 erano noti solo parzialmente: si trattava di un modulo spaziale di circa 10,5 metri di lunghezza, 3 di diametro e con due pannelli solari di 7×3. Un stazione dunque grande ma non grandissima, comunque la prima lanciata dai cinesi. Era il 2011 quando la Tiangong è stata mandata in orbita per effettuare esperimenti di ormeggio nell'ambito del programma spaziale cinese che prevede, nelle intenzioni, il posizionamento di una stazione permanente, giusto un anno prima della conclusione del lavoro della Stazione spaziale internazionale. Il rientro del modulo, inizialmente, era previsto per il 2013 ma la fine della sua missione aveva ricevuto diversi rimandi fino a far credere che la stazione fosse fuori controllo.

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