Troppo piccolo per essere un vero pianeta e troppo grande per essere un asteroide, il 24 agosto 2006, a Praga, l'Unione astronimica internazionale (Iau) decise di declassare Plutone da pianeta a pianeta nano. Ma per il corpo celeste – caratterizzato dall'enorme bacino ghiacciato Sputnik Planitia che ha la forma di un cuore – non tutto è perduto. Infatti, è di nuovo in lizza per tornare ad avere lo status di pianeta.
La ricerca
A suo sostegno, se così si può dire, una ricerca pubblicata sulla rivista online Icarus, nella quale il gruppo guidato da Philip Metzger, dello Space Institute, ha passato in rassegna due secoli di letteratura scientifica per scoprire come non ci siano i presupposti per considerare Plutone un pianeta nano.
La teoria di Metzger
Nel 2017 sei esperti statunitensi, tra i quali Alan Stern, responsabile per la Nasa della missione New Horizons, avevano proposto di rivedere la definizione di “pianeta”. Questo in base alle immagini ravvicinate di monti, crateri e canyon e altre formazioni geologiche di Plutone raccolte proprio dalla New Horizons. Lo scorso 8 maggio, Stern, in collaborazione con l'astrobiologo David Grinspoon, avevano pubblicato sul Washington Post un articolo dove affermavano che Plutone è uno di quei mondi “abbastanza grandi da essere stati modellati in una forma sferica dalla loro stessa forza di gravità. I corpi celesti più piccoli, come asteroidi e comete hanno infatti una forma irregolare”. Questa stessa tesi è ora sostenuta da Metzger che, dopo aver analizzato due secoli di articoli di astronomia, non avrebbe trovato una valida ragione per considerare Plutone un semplice pianeta nano.