Grazie alla mappa tridimensionale delle stelle più precisa di sempre un team di astronomi ha scoperto che la Via Lattea non è un disco piatto, bensì pieno di irregolarità e deformazioni visibili anche ai suoi margini. Fino a pochi mesi fa, la nostra grande casa nell'universo – la Via Lattea è la galassia che ospita al suo interno il nostro sistema solare – era considerata perfettamente regolare. Ma grazie all'osservazione e al calcolo della posizione delle Cefeidi, stelle molto luminose e pulsanti, alcuni scienziati polacchi dell'università di Varsavia hanno potuto compiere questo piccolo in avanti nel grande mistero dell'universo.
I calcoli
L'immagine della Via Lattea come un disco piatto era figlia di un calcolo limitato ad appena due milioni e mezzo di stelle della galassia su circa 2,5 miliardi. La squadra di scienziati coordinata da Dorota Skowron, membro dell'università e dell'Unione internazionale astronomi, ha invece potuto disegnarne una diversa grazie alla nuova mappa a tre dimensioni pubblicata anche dalla rivista Science. L'hanno ottenuta, spiegano, utilizzando per la prima volta singoli oggetti cosmici. I loro calcoli hanno riguardato la distanza fra il Sole del nostro sistema e delle stelle, le Cefeidi. Sono stelle giovani, grandi e luminose anche migliaia di volte più della nostra stella principale, il Sole, e pulsano a un ritmo regolare in base alla loro luminosità. Un grande aiuto per individuare le Cefeidi è stato dato dalle Lente gravitazionale ottica sperimentale (Ogle) che si trova nell'osservatorio astronomico di Las Campanas, in Cile.
C'è molto da scoprire
“Le deformazioni della Via Lattea sono molto lontane dal suo centro” spiegano gli scienziati polacchi. “Potrebbero essere il risultato di passate interazioni con altre galassie, gas intergalattici e materia oscura”, un materiale invisibile di cui si sa poco. E in fondo anche della nostra galassia sappiamo poco, avvisa Skowron: “La storia e la struttura interna della Via Lattea sono ancora lontane dall'essere chiare, anche perché non è facile misurare la distanze delle stelle che si trovano nelle regioni più esterne della galassia”. Meglio farlo, comunque, avendo a disposizione la mappa più precisa e completa mai realizzata.