E'arrivata su Marte la sonda Insight, internazionale nel senso che in lei c'è molto anche d'Italia, grazie alle tecnologie fornite dall'Agenzia spaziale italiana, dall'Istituto nazionale di Fisica nucleare (Infn) e dall'Istituto di Astrofisica (Inaf). Un segnale inviato al termine di una discesa lunga sette minuti, durante la quale gli scienziati hanno monitorato ogni tipo di segnale fino a quello conclusivo, definitivo, con il quale Insight ha mandato il classico messaggio a casa: “Sono arrivato, tutto bene”. Tutto il mondo con il fiato sospeso per l'atterraggio sul suolo marziano (salutato da una fotografia) della 15esima sonda a raggiungere il Pianeta rosso, perfetto in ogni sua fase, lasciando soddisfatti e felici gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) da dove si è assistito alla delicatissima fase di discesa.
L'ammartaggio
Tutto in regola dunque, con Insight che è pronta a prendere servizio dopo un viaggio di sei mesi e oltre (la sonda è partita il 5 maggio scorso) e un percorso di 480 milioni di chilometri, effettuato grazie allo space tracker applicato a mò di radar dalla compagnia Leonardo. L'ingresso nell'atmosfera marziana è arrivato alle 20.47 ora italiana, infrangendo la barriera di gas a circa 20 mila chilometri orari, a un'unghia dall'inclinazione limite (l'angolo era di 12 gradi) che avrebbe potuto disintegrarla. Tutto è finito alle 20.51, quando la sonda è stata paracadutata sul suolo di Marte, 15 secondi dopo aver rilasciato lo scudo termico ed estratto i “piedi” posandosi sull'Elysium Planitia, a circa 600 chilometri dal punto in cui si trova Curiosity. Tutto perfetto, come meglio non si poteva sperare anche considerando i tanti fattori di rischio (solo sette “ammartaggi” su 16 sono finora andati a buon fine).
La missione
Quella di Insight sarà probabilmente la missione più strategica di quelle finora effettuate sul Pianeta rosso, la prima che sonderà l'interno di Marte attraverso una particolare strumentazione che permetterà di analizzare il sottosuolo marziano, dalle vibrazioni alle stratificazioni che, in buona sostanza, dovrebbero fornire indicazioni utili sul percorso di formazione dei pianeti rocciosi del Sistema solare. Anche la temperatura interna verrà misurata, tentando di ottenere indicazioni più o meno dettagliate sul nucleo del pianeta. A ogni modo, tutto questo inizierà solo fra qualche settimana: per il momento, gli scienziati utilizzeranno le videocamere per individuare le posizioni più indicate per poggiare la strumentazione e dare il via al delicato compito di Insight.