Nuova ipotesi sulla formazione del Sistema Solare, il sistema planetario costituito da 8 corpi celesti mantenuti in orbita dalla forza di gravità del Sole a cui appartiene anche la Terra.
La bolla
Diversamente da quanto si credesse in precedenza, sarebbe nato da un’enorme “bolla” soffiata dal vento di particelle emesso da una stella gigante morta tempo prima. “Il guscio di una tale bolla – ha spiegato Nicolas Dauphas uno degli autori dello studio – è un buon posto per produrre stelle”, perché polvere e gas rimangono intrappolati all’interno dove possono condensarsi più rapidamente.
Carenza di ferro
La nuova teoria – pubblicata dall’università di Chicago sull’Astrophysical Journal – parte dalla scoperta della presenza di un’insolita anomalia chimica riscontrata su antiche meteoriti, risalenti alla nascita del Sistema Solare, rispetto a quello che si riscontra nel resto della galassia: carenza di ferro-60 e abbondanza di alluminio-26.
Nello specifico, si tratterebbe di una stella gigante, grande 40-50 il Sole, che perdendo massa molto velocemente ha causato la formazione del guscio di una enorme bolla intorno al nucleo. Questo tipo di stelle, conosciute con il nome di Wolf-Rayet, hanno la particolarità di rilasciare grandi quantità di alluminio-26 e niente ferro-60. La stessa proporzione chimica riscontrata sulle antiche meteoriti.
La supernova
La teoria tradizionale, al contrario, prevedeva che il nostro Sistema Solare si fosse formato miliardi di anni fa nei dintorni di una vecchia stella esplosa in una supernova. Ma il nuovo scenario differisce dall’ipotesi della supernova poiché queste producono entrambi gli elementi, ferro-60 compreso.