Il Falcon Heavy della Space X, il più potente razzo al mondo, ha superato con successo il lancio di prova. Il decollo è avvenuto senza nessun intoppo, anche se dopo un prolungato rinvio a causa delle condizioni meteorologiche avverse.
Il decollo
Sulle note di “Life of Mars” di David Bowie, il Falcon Heavy è decollato dalla storica piattaforma 39A di Cape Canaveral, in Florida, la stessa usata per le missioni apollo e per lo Space Shuttle. La partenza, avvenuta con oltre due ore di ritardo per i forti venti in quota che avrebbero potuto compromettere l'intera missione, è avvenuta alle 21.45 (ora italiana), quasi al limite della finestra di tre ore consentita per il lancio.
Centrati due obiettivi su tre
Al contrario di quanto temeva il patron della Space X, Elon Musk, il Falcon Heavy è partito senza esplodere. Poi due dei tre booster che componevano il primo stadio del vettore, sono stati recuperati. I due laterali, a due minuti e mezzo circa dal lancio, ossia una volta terminata la loro fase di spinta, son atterrati insieme a Cape Canaveral. In parte fallito il recupero del booster centrale che ha tentato l'ammaraggio sulla piattaforma galleggiante Ocisly (Of course i still love you) situata nell'oceano Atlantico. Secondo i primi dati, che però non sono stati confermati ufficialmente, sembrerebbe che il razzo centrale sia atterrato sulla piattaforma, ma che l'appontaggio non sia riuscito e il razzo sia sprofondato nell'oceano.
La Tesla Roadster in viaggio verso Marte
Anche se è stato progettato per portare in orbita equipaggi umani, per il momento il Falcon Heavy si è dovuto “accontentare” di portare nello spazio la Tesla Roadster di Musk. Al volante dell'auto elettrica rosso ciliegia c'è Starman, il manichino vestito da astronauta. La sua radio trasmette “Space Oddity”, mentre nel cassetto del cruscotto c'è una copia della “Guida galattica per autostoppisti” con tanto di asciugamano con la scritta “Don't Panic”. La Tesla Roadster sta viaggiando alla velocità di 11 chilometri al secondo. Il suo obiettivo è Marte, ma non toccherà mai la superficie del pianeta rosso: le regole relative alla protezione planetaria impongono di evitare qualsiasi forma di contaminazione.