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Coltivare gli ulivi su Marte? Sì, grazie a un progetto napoletano

Coltivare gli ulivi su Marte? Potrebbe essere possibile grazie a un progetto tutto napoletano. Infatti, l'Enea, presso il Centro Ricerche di Portici (Napoli), ha messo a punto un “microcosmo” che permette la crescita di piante in ambienti estremi, come lo spazio. 

Come funziona?

Utilizzando la terra – e non una soluzione di acqua e nutrienti come negli altri orti spaziali – il progetto partenopeo simula le condizioni di un campo, ma al chiuso, e permette la coltivazione di ortaggi come patata, pomodoro, lattuga e basilico e, per la prima volta in queste condizioni, persino alberi come l'ulivo. Inoltre, il sistema messo a punto in collaborazione con il Gruppo industriale Fos, permette la crescita di piante legnose in ambienti chiusi come aeroporti, metropolitane, centri commerciali, ma anche in luoghi estremi come deserti, aree polari e lo spazio

Il simulatore inoltre, utilizza un apparato hi-tech per gestire la crescita delle piante: sensori per il controllo dei parametri, come umidità e temperatura, e luci a led che permettono di controllare con precisione l'illuminazione, selezionando le lunghezze d'onda più adatte alla crescita

La tecnologia brevettata dall'Enea è nata nell'ambito del Laboratorio pubblico privato Tripode ed è in via di ulteriore sviluppo grazie al Progetto ISAAC cofinanziato con oltre 4,7 milioni di euro dal programma europeo Horizon 2020 e dal PON Imprese & Competitività 2014-2020 del Ministero dello Sviluppo Economico, al quale partecipa anche l'industria Becar.

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