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C'è un laghetto salato sotto il Polo di Marte

Scoperta eccezionale quella compiuta da un team di scienziati italiani che, sbirciando sotto uno strato ghiacciato di un chilometro di profondità in corrispondenza del Polo Sud di Marte, hanno scovato n lago simile a quelli che si possono notare qui, sulla superficie terrestre. Ben 20 chilometri di diametro, temperatura attorno ai 10 gradi sottozero, se non di più, e ricco di elementi come magnesio, calcio e sodio, sotto forma di sali disciolti, che rende possibile la sua permanenza allo stato liquido, nonostante la profondità e l'enorme strato di ghiaccio che lo sovrasta e che esercita pressione su di lui. La scoperta è stata annunciata in diretta mondiale dai suoi autori, lo staff che monitora il radar italiano Marsis, appartenente alla sonda Mars Express, in una conferanza presso l'Università 'Roma Tre'. A presentarla, l'Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), la suddetta 'Roma Tre', con La Sapienza e la Gabriele d'Annunzio di Pescara, oltre al Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

Una scoperta eccezionale

Una rivelazione incredibile, se non altro per una ragione: il lago subglaciale individuato sotto il polo meridionale marziano ricorda in tutto e per tutto i suoi simili terrestri e, quindi, potrebbe essere di conseguenza adatto a ospitare la vita, che eventualmente sarebbe presente sotto forma di batteri estremofili, adatti a resistere a temperature molto basse e alla totale assenza di luce. Per questo il team di scienziati ha parlato di “una delle più importanti degli ultimi anni: sono decenni – ha spiegato il presidente dell'Asi, Roberto Battiston – che il sistema spaziale italiano è impegnato nelle ricerche su Marte insieme a Esa e Nasa. I risultati di Marsis confermano l'eccellenza dei nostri scienziati e della nostra tecnologia e sono un'ulteriore riprova dell'importanza della missione europea a leadership italiana ExoMars, che nel 2020 arriverà sul Pianeta rosso alla ricerca di tracce di vita”.

Orosei: “Primo segnale nel 2008”

Erano note, sul Pianeta rosso, le presenze di elementi come il ghiaccio o il vapore acqueo ma trovarsi di fronte, per la prima volta in assoluto, a una vera e propria presenza di acqua allo stato liquido apre innumerevoli fronti di studio e, nondimeno, inizia a offrire qualche conferma su quella che è una teoria ormai data come sostanzialmente valida: in passato, Marte poteva essere ricoperto d'acqua, come la Terra. Il problema attuale è capire come e perché sia evaporata (se così fosse) o ghiacciata. Comunque scomparsa, lasciando solo alcune tracce. Possibile anche la presenza di altri specchi d'acqua simili ma, al momento, la loro natura è in corso di accertamenti. Nel frattempo, però, il responsabile di Marsis, Roberto Orosei, ha spiegato che “il primo segnale del lago è apparso per la prima volta nel 2008. Da allora abbiamo dovuto fare tanti di quei calcoli, modelli, controlli e ancora controlli. Marsis in dodici anni di osservazioni è passato sul Polo Sud decine di volte e ogni volta il segnale ricompariva, sempre uguale, indipendentemente dal trascorrere delle stagioni. Oggi possiamo dire che non esistono altre ipotesi: quello è il riflesso di un lago di acqua liquida”.

Nuovi studi

Non più di qualche metro la profondità del lago ma, comunque, un segno tangibile di quelle che finora erano teorie in attesa di verifica, “una notizia che si aspettava da 30-40 anni”. Impossibile, per la tecnologia umana, raggiungere una simile profondità considerando che, come spiegato da Orosei, a quelle latitudini e a quelle profondità si avrebbe a che fare con temperature di -90 gradi. Aver osservato il riflesso delle acque, però, oltre a essere una scoperta sensazionale è anche una sfida vinta per l'astrofisica italiana, brava e costante nello sconfiggere lo scetticismo che circondava le possibilità di osservazione del suolo marziano. Se esistono altri “laghetti” simili, grazie all'esempio italiano da ora si saprà come fare per trovarli.

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