“Buon 8 marzo a tutte le ragazze che hanno trovato una nuova vita in Italia grazie a don Aldo ed alla Giovanni XXIII! Che possano sempre essere felici con la protezione del Signore”. E’ l’augurio che il Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha rivolto a tutte le ragazze e donne che vivono nella casa della Comunità Papa Giovanni XXIII gestita da don Aldo Buonaiuto. Una visita quella del titolare della Farnesina all’insegna della semplicità e tenerezza: il Ministro Tajani, infatti, ha donato a ogni donna presente un rametto di mimosa.
Le parole del Ministro Tajani
“Grazie don Aldo per quello che fai. Sei tu la persona che mi spinge a fare molte cose buone. Il Ministero degli Esteri deve dare risposte concrete agli altri – ha detto il Ministro Tajani -. Vi auguro di stare sempre meglio qui in Italia, imparando la nostra lingua. Grazie a tutte le donne che collaborano con don Aldo. Noi stiamo combattendo contro la tratta di esseri umani. Siamo favorevoli ad avere nel nostro Paese immigrati regolari, che possano avere la possibilità di stare con la loro famiglia, di crescere, lavorare. Grazie di cuore a don Aldo, sempre impegnato nell’aiutare i bambini più deboli. Voi potete prendere esempio da lui e, quindi, aiutare a loro volta le vostre famiglie o altre persone. Vi faccio tantissimi auguri e spero che per voi ogni giorno possa essere l’8 marzo“.
Il ringraziamento di don Aldo Buonaiuto
“Non c’è vicinanza più gradita di una presenza che sa farsi testimonianza. Ringrazio di cuore il Ministro degli Esteri Antonio Tajani per il gesto bello e significativo di aver donato di persona la mimosa ad ogni giovane donna vittima della tratta accolta nella casa rifugio della Comunità Papa Giovanni XXIII – ha detto don Aldo Buonaiuto, sacerdote che da anni si batte per liberare le vittime della tratta – . Il nostro fondatore don Oreste Benzi ci ha insegnato che portare un sorriso e un segno di partecipazione è il modo più efficace e sincero per dimostrarsi dalla parte di chi soffre”. Il ministro Tajani ha ascoltato con sensibilità e attenzione le vicende personali e collettive di quelle che papa Francesco ha definito “le più fragili delle creature”, dialogando e prendendo a cuore le loro storie di dolore e rinascita.