Ha assunto ormai i contorni di un’escalation la situazione dei contagi negli Stati Uniti. Un incremento che ha portato con sé anche l’innalzamento pressoché verticale del numero delle vittime: 526 in un solo giorno nello Stato di New York (il più colpito dal coronavirus, che ha raggiunto i 3 mila decessi), 7 mila complessivamente in tutto il territorio americano. Con la tragica quota raggiunta nelle ultime 24 ore, lo Stato della Grande Mela tocca un drammatico record, come riferito dallo stesso governatore Andrew Cuomo. New York, a oggi, è un focolaio in perenne crescita: i casi confermati sono al momento 102.863 negli Usa e addirittura 57.159 sono stati registrati nella metropoli della costa est, dove già da diversi giorni gli ospedali stanno facendo fronte a un’emergenza sanitaria di proporzioni già impressionanti e che si prospetta addirittura in peggioramento.
Sanità in crisi
Un colpo decisamente forte per la città di New York, anche in termini economici visto che l’emergenza Covid-19 non ha risparmiato né le finanze né il mercato del lavoro, con 700 mila posti già saltati e addirittura 28 milioni a rischio entro maggio. Era da 10 anni che non si registrava un calo dell’occupazione negli Stati Uniti, perlomeno in forma così repentina e sensibile. Per verificare le proporzioni del contraccolpo però ci sarà tempo: l’urgenza, al momento, è rappresentata dal comparto sanitario, già messo in ginocchio da un contagio galoppante e da una carenza sia di personale medico che di attrezzature protettive, per sanitari e pazienti. L’amministrazione di Bill De Blasio ha disposto l’ausilio di quattro ospedali temporanei ma sarebbe già stata inoltrata a Washington la richiesta di contingenti militari per supportare il personale negli ospedali civili. A Manhattan, nel frattempo, è già ormeggiata la Usns Comfort, bastimento della Marina americana impiegata come ospedale provvisorio per gestire i casi non legati al coronavirus. Un impegno non certo da poco.