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Covid, scoperta una variante “israeliana”: contagiosità ed efficacia vaccini

Nessuna zona rossa in Israele e solo il 5% della popolazione in zone gialle o arancioni

E’ stata identificata dai medici una “variante israeliana” del Covid-19 che sarebbe diffusa in tutto il Paese. Lo riferisce il Jerusalem Post. Ad oggi, la più pericolosa sembra essere ancora quella inglese, seguita dalla brasiliana e dalla sudafricana.

La variante israeliana

Quella scoperta dai ricercatori in Israele, è stata denominata P681 e avrebbe già infettato circa un centinaio di persone. Come riporta l’Ansa che cita il ministero della Sanità, la nuova variante non è in grado di contrastare i vaccini. “La variante – ha spiegato – non ha significato clinico né epidemiologico e non è connessa o è causa di infezioni diffuse o malattie gravi e non ha alcun effetto sull’efficacia dei vaccini”. La variante è stata scoperta lo scorso luglio ma è stata documentata solo ora.

Nessuna zona rossa in Israele

In seguito alla massiccia campagna vaccinale, per la prima volta da mesi non c’è alcuna località israeliana contrassegnata come “rossa” a causa della diffusione del covid. Lo rivelano i dati diffusi dal ministero della sanità che ha affermato che solo il 5% dei cittadini israeliani vive in zone “gialle” o “arancioni”. L’attuale tasso di positività è per la prima volta sotto l’1% (allo 0,9%) su oltre 40mila tamponi effettuati nelle ultime 24 ore. All’inizio di marzo, il tasso di positività era al 9,3%. Il fattore R, sempre in base ai dati forniti dal ministero della Sanità, è a 0.53.

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