L’incontro tra Don Giovanni Bosco e Bartolomeo Garelli, un giovane demotivato ma pieno di risorse fa si che, nel dicembre 1841, nasce il primo oratorio salesiano. Quel luogo, passando tra diverse epoche e innumerevoli cambiamenti, ha svolto e svolge un ruolo primario nell’educazione e nell’assistenza ai giovani svantaggiati, ed è diventato un sinonimo di opportunità per migliaia di ragazzi ad ogni latitudine del mondo. Occorre ricordare che, don Bosco, nella sua opera, ha saputo conciliare perfettamente i valori della misericordia cristiana e della giustizia. Il suo obiettivo principale era l’educazione dei giovani che avevano bisogno di avere qualcuno accanto per ritrovare la strada per il futuro e superare gli ostacoli che la vita aveva posto loro di fronte.
I pilastri della sua azione erano costituiti da ragione, religione e amorevolezza che, ancora oggi, costituiscono il nucleo iniziale dei Salesiani e delle Figlie di Maria Ausiliatrice, gli ordini fondati da don Bosco che, per la sua fondazione, prende spunto dalla spiritualità di San Francesco di Sales. In altre parole, don Bosco, aveva capito prima di chiunque altro l’importanza di conquistare il cuore dei giovani per dare inizio ad un’opera educativa efficace e duratura. Questi valori, ad oggi, in una società profondamente segnata da conflitti e spaccature, sono diventati ancora più importanti per noi giovani che, attraverso un’educazione di qualità, vogliamo dare il nostro contributo per inserirci nella vita sociale ed economica delle nostre comunità, mettendo a disposizione il nostro tempo e le nostre capacità per renderle migliori.
Alla luce di ciò, oggi come ieri, abbiamo bisogno di sempre più figure che, seguendo l’esempio di don Bosco, siano “Padri e Maestri di gioventù”, come egli è stato definito nel giorno della sua proclamazione a Santo. Così facendo, ognuno di noi, avrà il diritto a tendere ad un futuro migliore, fatto di fraternità e attenzione maggiore verso coloro che, purtroppo, stanno passando un momento di fragilità.