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Aias Varese, un esempio di inclusione nella “città giardino” d’Italia

L'esperienza di inclusione e partecipazione sociale messa in campo dalla sezione Aias Varese e raccontata a Interris.it dal presidente Giuseppe Caffarelli

Nell’ambito della prossimità e dell’aiuto alle persone con disabilità e ai loro familiari, operano diverse organizzazioni di volontariato, con natura e modelli organizzativi molto diversificati. L’associazionismo familiare, ad esempio, è molto diffuso infatti vivendo le famiglie, spesso da sole il grave carico assistenziale, si sono sviluppate pratiche di mutuo aiuto attraverso la costituzione di associazioni nazionali, come l’Associazione Italiana Assistenza Spastici (A.I.A.S), fondata nel 1954, con diverse articolazioni locali nelle varie province e località d’Italia.

L’esperienza di Aias Varese

A Varese, dall’inizio degli anni ’60, grazie a un gruppo di persone valorose e con a cuore i principi fondamentali dell’inclusione per le persone con disabilità è nata la sezione Aias di Varese che, ad oggi, porta avanti diverse attività finalizzate all’autentica partecipazione sociale di coloro i quali hanno una fragilità nella “città giardino” della Lombardia. Interris.it, in merito a questa esperienza di prossimità concreta, ha intervistato Giuseppe Caffarelli, presidente di Aias Varese.

Giuseppe Caffarelli, presidente della sezione Aias Varese (@ Christian Cabello)

L’intervista

Presidente Caffarelli, come nasce e che obiettivi ha la sezione Aias di Varese?

“La sezione Aias di Varese è nata nel 1962 ed è una delle più antiche sezioni della Lombardia ed io ne sono membro dal 2009. La nostra attività si focalizza molto su diverse attività ricreative e di comunicazione. In particolare, ciò che ci contraddistingue maggiormente, sono i nostri incontri del sabato pomeriggio in cui, partendo dalla discussione focalizzata su un argomento di attualità, su cui tutti si esprimono a modo loro e raccontano anche com’è stata vissuta la settimana. Da qui, grazie al prezioso e irrinunciabile aiuto dei volontari, viviamo un momento musicale e, allo stesso tempo, diamo un fondamentale supporto alle persone con disabilità e ai loro familiari caregiver perché, il sabato e la domenica, molte altre strutture sono chiuse. Inoltre, durante l’arco della settimana, siamo presenti con altre attività di supporto, stimolando la partecipazione e l’inclusione delle persone con disabilità alle diverse attività che si svolgono in città. Crediamo fermamente in ciò che facciamo e siamo sempre alla ricerca di nuovi volontari con l’obiettivo di andare avanti con le nostre attività e, se possibile, aggiungerne di nuove.”

L’inclusione delle persone con disabilità e l’aiuto ai familiari caregiver è molto importante. Come agite su questo versante?

“Ho sempre notato che, quando vengono da noi, le persone si sentono tutte uguali e, l’autentica inclusione, nasce proprio da questo ovvero che, ognuno, stando accanto all’altro, vive con serenità la propria storia, senza scendere nel dettaglio e sentendosi autenticamente parte di un gruppo. Il nostro ruolo è proprio quello di far sentire tutti allo stesso modo e senza alcun pregiudizio.”

Quali sono i suoi desideri per il futuro in riguardo allo sviluppo delle vostre attività?

“L’idea è quella di consolidare sempre di più il nostro gruppo, rendendolo coeso, facendolo conoscere e, nel contempo, ampliando sempre di più le nostre attività. Vorrei dire alle persone con disabilità e ai loro familiari di venirci a trovare e vivere insieme con noi dei fantastici momenti. L’inclusione si crea agendo insieme e credendoci, facendo gruppo. A tal proposito voglio ringraziare dal profondo del cuore i volontari e tutti coloro che, ogni giorno, rendono possibile la realizzazione delle nostre attività.”

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