Ci impegniamo personalmente a promuovere la pace come benessere condiviso”. Lo si legge nella dichiarazione finale della decima Assemblea mondiale delle religioni per la pace (“Religions for Peace”) che si è conclusa ieri a Lindau, in Germania. L’assise ha indicato alcuni interventi per realizzare questo obiettivo. All’incirca ogni 5 anni “Religions for Peace” convoca un’Assemblea Mondiale con il proposito di costruire un profondo consenso morale sulle sfide contemporanee, eleggere un nuovo Consiglio Mondiale e promuovere azioni comuni multi-religiose attraverso ed al di là della rete di Religions for Peace. Questa X Assemblea Mondiale ha avuto per tema “Caring for our Common Future—Advancing Shared Well-Being” e ha riunito circa 800 tra leaders religiosi, giovani e donne di fede provenienti da oltre 100 Paesi, ai quali si aggiungeranno un centinaio di rappresentanti di governi, organizzazioni intergovernative e gruppi della società civile per promuovere collaborazioni tra più soggetti interessati per il bene comune.
I nove punti
Tra i nove punti pesentati, scrive il Sir, la realizzazione di “materiali e seminari sulla pace per contesti multi-religiosi con l’Istituto per l’Economia e della Pace; sviluppare strumenti e formazione sui ruoli positivi delle donne nella prevenzione e trasformazione conflitti, e sul tema della violenza contro di loro”. Indicato anche l’impegno a “riconoscere le ferite passate – anche attraverso le tradizioni religiose – e promuovere atti pubblici di perdono e riconciliazione; a lavorare per il benessere di rifugiati e migranti e sviluppare programmi di accompagnamento e di sostegno”. Si chiede inoltre di “sensibilizzare l’opinione pubblica sulla deforestazione con l’Interfaith Rainforest Initiative e, attraverso l’accettazione e la promozione della Dichiarazione di fede per le foreste, agire contro i cambiamenti climatici in generale e sostenere politiche che proteggano la terra”. Infine, l’impegno a “diventare partner a pieno titolo per sostenere la campagna internazionale per l’abolizione di armi nucleari”.