L’impegno in favore della vita non ha colore politico e non dovrebbe assumere alcuna connotazione ideologica. Questa lezione emerge ancora una volta dalla bufera che si è scatenata nelle Marche dopo che il consiglio regionale ha bocciato una mozione del Pd, che reclamava l’attuazione delle linee guida emesse lo scorso agosto dal Ministero della sanità, che estendono la somministrazione della pillola abortiva Ru 486 fino alla nona settimana di gestazione senza necessità di ricovero ospedaliero. Mozione che tra l’altro chiedeva di diminuire la percentuale dei medici obiettori nella regione.
La mozione
La bocciatura dell’ordine del giorno è stata letta da molte realtà politiche e associative come un attacco alla legge 194, che in realtà non è stata scalfita di una virgola visto e considerato che nessuna iniziativa regionale può cambiare una legge nazionale che regola l’accesso all’aborto.
Dopo alcune manifestazioni di piazza dei movimenti più vicini alla sinistra radicale, la discussione lunedì è arrivata al Consiglio comunale di Ancona, tramite una mozione della maggioranza di centro-sinistra che impegna il sindaco e la giunta a una formale protesta contro il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e, tra le altre cose, a manifestare la contrarietà all’ingresso delle associazioni private nei consultori pubblici.
A favore della vita
La maggioranza di centro sinistra ha approvato la mozione ma non sono mancate alcune eccellenti voci fuori dal coro facenti parte della coalizione che guida il capoluogo delle Marche. Il presidente consiglio comunale e membro di Azione (il partito di Calenda), Tommaso Sanna e il consigliere comunale, Massimo Fazzini, della Lista Civica Ancona per Ancona, nonché medico all’ospedale della città, non hanno partecipato al voto esprimendo un dissenso di merito contro l’iniziativa.
La posizione di Tommaso Sanna
Sanna ha argomentato la sua posizione con un accorato intervento in cui ha premesso che non avrebbe parlato come presidente del consiglio ma come semplice consigliere comunale “contrario all’aborto in ogni sua declinazione”, che tuttavia riconosce la Legge 194 in quanto legge dello Stato italiano che come cittadino è tenuto a rispettare. L’esponente di Azione ha quindi ricordato l’articolo 1 della 194, su cui è voluto ritornare anche nel colloquio con InTerris: “Il cuore della legge dice che lo Stato garantisce il diritto alla procreazione cosciente e responsabile, riconosce il valore sociale della maternità e tutela la vita umana dal suo inizio. L’interruzione volontaria della gravidanza, di cui alla presente legge, non è mezzo per il controllo delle nascite. Lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell’ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonché altre iniziative necessarie per evitare che lo aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite”.
L’intervista a Tommaso Sanna
Ma questo è solo uno dei tanti passaggi del discorso che hanno attirato forti critiche da parte dei compagni della sua maggioranza. “Mi hanno definito un cattolico reazionario – spiega ancora Sanna ad InTerris – perché ho detto che a mio avviso è una non verità che la pillola abortiva tuteli la salute delle donne. E’ pura propaganda ideologica che non tiene conto di tre realtà: quella del bambino in grembo alla madre; quella della donna che viene abbandonata; quella dei reali effetti nel corpo della donna”. “Non è andato giù nemmeno il fatto che abbia parlato della donna come madre e moglie”.
Nel suo intervento Sanna ha inoltre invitato ad un dialogo costruttivo: “Esiste un tempo per le contrapposizioni ed uno (lo ripeto dopo 40 anni) del dialogo, del confronto, non dello scontro, non togliendo però la mia profonda convinzione che pone i miei convincimenti nelle radici giudaico-cristiane e nel cattolicesimo”. Sanna salva il passaggio della mozione che chiede un potenziamento dei consultori ma nel complesso boccia il testo e soprattutto la contrarietà all’ingresso delle associazioni private nei consultori pubblici. “Associazioni come il Movimento per la vita hanno aiutato migliaia di donne a scegliere in favore della maternità durante e dopo la gravidanza – sottolinea ancora parlando al nostro giornale – non ha alcun senso lasciare queste donne sole nel loro dramma ed evitare che qualcuno fornire loro aiuti concreti che le facciano scegliere in favore della vita. Pensano veramente di aiutare le donne in questo modo?”. E nelle parole espresse nell’aula consiliare anche una citazione di Papa Francesco: “Ogni bambino non nato, ma condannato ingiustamente a essere abortito ha il volto del Signore, che prima ancora di nascere, e poi appena nato ha sperimentato il rifiuto del mondo. Non si possono scartare !”.
“Mi hanno dato del reazionario, dell’integralista e del conservatore ma quel discorso ha solo incarnato i valori in cui credo che condivido come le mie figlie, con la mia famiglia e con i miei amici”, afferma Sanna dicendosi amareggiato per tutti gli attacchi ricevuti. “Mi dispiace per l’attacco ideologico – prosegue – hanno strumentalizzato il mio discorso esaltando solo alcune parti. D’altra parte la mia posizione contraria fa scalpore perché da un mese sono stato nominato presidente del consiglio comunale e forse un cattolico che esprime le sue idee su questi temi infastidisce”. Sanna chiede infine di levare l’ideologia da questo tavolo: “Confrontiamoci con serenità e chiediamo che sia attuabile tutta la 194 anche la parte che garantisce prioritariamente il diritto alla maternità e che intende eliminare ogni ostacolo posto sulla strada di una gravidanza”.
La domanda di ogni persona di buon senso resta sempre la stessa: chi ci perde se nasce un bambino in più? Sicuramente ogni madre ascoltata, seguita e aiutata è una vittoria per tutta la società.