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Le tecnologie assistive che aumentano l’accessibilità

C’è molto di cui essere entusiasti all’idea di entrare nel 2023“, dichiara Jerusha Mather, la poetessa, scienziata, inventrice e sostenitrice della disabilità, in concomitanza con il tema della Giornata internazionale delle persone con disabilità dell’Organizzazione Nazioni Unite di quest’anno: “Soluzioni trasformative per uno sviluppo inclusivo: il ruolo dell’innovazione nell’alimentare un mondo accessibile ed equo”, Mather ha seguito da vicino l’ascesa di nuove entusiasmanti tecnologie assistive che stanno contribuendo ad aumentare l’accessibilità al lavoro per i portatori di handicap.

Una di queste innovazioni è il servizio Web di ricerca di lavoro di Dylan Alcott, The Field. Alcott, un paralimpico e lui stesso uno dei principali sostenitori della disabilità, ha lanciato la piattaforma a novembre, al fine di creare uno spazio che possa collegare più facilmente i datori di lavoro, che offrono lavori su misura, con le persone con disabilità, che sono alla ricerca di un lavoro inclusivo, dando loro maggiori opportunità di sviluppo personale.

Spero di vedere più posizioni legate alla scienza medica su The Field“, ha detto Mather a Women’s Agenda. “Mi riferisco a docenti senior, scienziati post-dottorato, ingegneri e project manager di ricerca clinica … o ruoli, inclusi medici, terapisti, psicologi o infermieri. Tutti i lavori dovrebbero essere inclusivi e accoglienti per le persone con disabilità”. Mather, affetta da paralisi cerebrale, ha passato anni a concentrarsi sul miglioramento dell’accesso all’istruzione medica per le persone con disabilità e, in qualità di studentessa di dottorato che studia la stimolazione cerebrale non invasiva, spera che i luoghi di lavoro continuino a essere più adatti ai disabili. “Alcuni luoghi di lavoro stanno iniziando questa conversione“, ha detto. “Ad esempio dotandosi di luce naturale per facilitare la lettura delle labbra, di rampe per i dipendenti su sedia a rotelle o garantendo uffici isolati acusticamente, questo perché ogni individuo è diverso e le sue esigenze individuali dovrebbero essere soddisfatte. Coltivare un ambiente con spazio per tutti dovrebbe essere la nostra priorità”.

Lisa Cox, attivista sulle tematiche della disabilità e consulente e scrittrice, incoraggia da sempre i suoi clienti a utilizzare la tecnologia “Alt-text” nei siti Web, per migliorare le loro strategie di marketing digitale. “Anche se personalmente non utilizzo uno screen reader per interagire con i contenuti, ci sono persone con disabilità che lo fanno e vogliono anche sapere del tuo prodotto o servizio anche se non possono vederlo”, ha dichiarato.
Cox è membro dell’Engagement Council, presso la Griffith University. Sta lavorando all’Inclusive Futures Project: un progetto che sta esaminando i modi in cui accademici, ricercatori e persone con disabilità possono lavorare insieme per garantire risultati migliori per la comunità dei disabili. Inoltre fa anche parte del gruppo di lavoro per l’iniziativa Create Space dell’Advertising Council Australia (ACA), incaricato di mettere insieme azioni concrete per migliorare la vita lavorativa delle persone con disabilità nel mondo della pubblicità. “È un progetto entusiasmante qui, e le possibilità sono apparentemente infinite quando la comunità dei disabili lavora in collaborazione con la comunità accademica”, ha spiegato.

Nonostante i cambiamenti positivi degli ultimi tempi, per Mather ci sono ancora molte cose che non vanno bene, come la quasi totale mancanza di persone con disabilità nelle posizioni di comando. Per Mather, che è entrata a far parte del gruppo di dodici STEM Women Changemakers dell’Australian Academy of Science nel 2020, le persone con determinate qualifiche dovrebbero avere posizioni decisionali per poter generare un cambiamento ed essere autorizzate a farlo in tutti i settori. “È fondamentale per la democrazia”, ha detto. “I pregiudizi attitudinali sono anche un problema comune per le persone con disabilità. Alcune persone credono ancora che le persone con disabilità siano incompetenti e non possano lavorare. Tuttavia, con il supporto, le regolazioni e la tecnologia, è possibile“.

Mather vuole vedere un cambiamento radicale nelle percezioni e nei punti di vista, qualcosa che secondo lei accadrà solo se vedremo volti nuovi nei media e nei luoghi di lavoro. “Dobbiamo avere menti più flessibili, disposte a darci una possibilità e fidarsi di noi. La verità è che tutti noi, ognuno con le sue possibilità, vogliamo essere inclusi nell’occupazione e nelle discussioni sulla disabilità”.

Per Cox, si tratta di pregiudizi inconsci e del presupposto, radicato, che qualcuno con una disabilità non possa ricoprire un ruolo di alto livello. “Pur rispettando la decisione personale di ciascuno in merito alla privacy, vorrei anche chiedere che se ricoprite un ruolo senior con una disabilità invisibile (e i dati ci mostrano che molti dirigenti hanno una minima disabilità) di informare il vostro dipartimento delle risorse umane di questo”, ha detto. “In questo modo, tutti potranno vedere che le persone con disabilità possono esistere, eccellere e prosperare sul posto di lavoro e nelle posizioni senior”.

Akii Ngo, con una grave malattia cronica e anche disabile, proveniente da un passato di rifugiata, è stata recentemente contattata da una società aziendale australiana per partecipare a una “Campagna per l’occupazione dei disabili”, ma è stata informata che non stavano remunerando i partecipanti. “Ironico molto, no?!”, sorride Ngo. “I tassi di occupazione dei disabili sono spaventosi, ovviamente in negativo, e non sono cambiati in 40 anni. Siamo spesso sfruttati, ci si aspetta che lavoriamo per meno. Di conseguenza abbiamo noi stessi basse aspettative sulle nostre performance, e quando siamo sul posto di lavoro siamo spesso emarginati”. Ngo, che è neurodivergente (autistico e ADHD) e convive con complesse malattie croniche, compreso il dolore invalidante, è delusa dalla mancanza di consapevolezza intersezionale.

Per “intersezionalità” si indica l’approccio teorico, metodologico e di intervento, a livello di policy e sociale, che parte dalla considerazione della molteplicità degli aspetti che compongono le nostre identità e dei modi in cui questi si intrecciano creando particolari situazioni di svantaggio o di privilegio in un determinato contesto sociale.

L’intersezionalità è spesso usata per riempire le bocche, ma non veramente considerata”, ha dichiarato. “Essendo una persona con numerosi incroci, sono spesso considerata come ‘troppo difficile’ per essere voluta da un datore di lavoro. Ma, fino ad ora (12 anni nella mia carriera!) in tutti i posti di lavoro in cui sono stata mi hanno sempre rispettato per quello che sono e per quello che valgo!”

Ngo è una persona con disabilità, attivista per l’uguaglianza di genere e sostenitrice dei sopravvissuti, che attualmente lavora come consigliere del Victorian Disability Council per i luoghi di lavoro diversificati, rendendoli più inclusivi, accessibili e intersezionali. Lo spostamento della pandemia verso il lavoro da casa ha dato alle persone con disabilità maggiori opportunità lavorative e di carriera, dimostrando a tutti che anche loro possono essere in grado di ricoprire numerosi ruoli, tra cui consulenza, ideazione, istruzione, scrittura, ricerca e creazione di contenuti. “Potrebbe non sembrare molto trasformativo, ma il lavoro da casa e gli accordi di lavoro flessibili mi hanno cambiato la vita. Mi ha permesso di lavorare più di quanto non abbia mai fatto in vita mia”, ha dichiarato.

Ogni anno, dal 1992, il 3 dicembre segna la Giornata internazionale delle persone con disabilità, voluta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite, una giornata che promuove una comprensione collettiva e unitaria dei problemi della disabilità, raccogliendo sostegno per i diritti e il benessere delle persone che vivono con disabilità. Il tema di quest’anno potrebbe sembrare incentrato sull’idea di creare una tecnologia fresca e innovativa per le persone con disabilità, ma lo sviluppo inclusivo non è limitato solo all’occupabilità o al potenziale fiscale di una persona. Deve anche includere il loro diritto a trovare l’amore alle proprie condizioni e sperimentare il panorama digitale infinito e in continua evoluzione che soddisfa le loro esigenze personali, private ed emotive. “Sono ancora molto fiducioso che arriveranno cose buone”, ha detto Mather.

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