Donald Trump vince le primarie nello stato di Washington ed ora è ad un passo dalla maggioranza dei delegati che gli assicurerà la nomination del Got per la corsa alla Casa Bianca. Vince anche Hillary Clinton per i democratici, ma è solo un successo effimero che può solo aiutarla contro il pressing del collega Bernie Sanders. Per il partito dell’asinello, infatti, non erano in palio delegati: erano già stati assegnati con i caucus tenutisi in marzo, quando il senatore del Vermont aveva incassato 74 delegati contro i 27 dell’ex first lady; la sconfitta aveva confermato il disamore dell’elettorato bianco per la Clinton, forte invece tra le minoranze.
A pochi giorni dallo storico sorpasso di Trump sulla Clinton nei sondaggi pre- elettorali, il magnate newyorkese è stato accolto da decine di manifestanti che hanno protestato con veemenza durante il suo comizio ad Albuquerque, in New Mexico. I contestatori, molti dei quali con il volto coperto, hanno esposto cartelli con scritte come “Trump fascista” e lanciato pietre e bottiglie contro la polizia, che ha risposto con i lacrimogeni e lo spray urticante.
Tensione anche all’interno dell’edificio, dove il candidato presidenziale repubblicano è stato ripetutamente interrotto dai suoi oppositori che hanno gridato, mostrato cartelli di protesta e opposto resistenza all’intervento della polizia. Trump, per niente intimorito, li ha derisi dicendo loro “andate a casa dalla mamma” e a uno di loro ha chiesto “quanti anni ha questo bambino? Ha ancora i pannolini”. I fan del magnate, a loro volta, hanno replicato ai facinorosi cantando la canzone “costruire il muro” riferendosi al muro che Trump vuole erigere al confine col vicino Messico.
Anche Jimmy Carter, ex presidente americano e premio Nobel per la pace, scende in campo contro Trump denunciando una rinascita del razzismo negli Usa. Carter ha difeso il presidente Barack Obama – evidenziando come la sua elezione abbia suscitato una forte reazione da parte della destra contraria ad un afroamericano alla presidenza – e ha apertamente accusato Trump di dar voce a questa nuova ondata razzista, di violare i diritti umani fondamentali quando si riferisce agli immigrati messicani definendoli criminali e di fondamentalismo quando dice di vietare l’ingresso negli Usa ai musulmani. Ma niente sembrerebbe ormai arrestare la corsa del ciclone Trump alla nomination e, sondaggi alla mano, alla presidenza.