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Italia 2019: l’estate con più stabilimenti balneari

Al termine di una decennale crescita ininterrotta, gli stabilimenti balneari hanno raggiunto la cifra record di 6.823 imprese e la riviera romagnola da sola ha superato quota mille. “A Camaiore si registra la più alta densità con 30,1 imprese per ogni chilometro di costa”, riferisce l’Ansa su dati Unioncamere-InfoCamere. Ma il nuovo Eldorado dei balneatori si chiama Sicilia. “In una regione in cui appena il 22% delle spiagge sabbiose è occupato da stabilimenti balneari, campeggi e complessi turistici e non esiste un limite al numero di concessioni, gli imprenditori preparano una massiccia presa della battigia – evidenzia  La Stampa – I numeri parlano chiaro: sono seicento le richieste di nuove assegnazioni o di adeguamenti, cifra che determinerebbe il raddoppio delle attività oggi esistenti in un territorio ancora scarsamente sfruttato, ma con un potenziale altissimo: l’isola conta 425 chilometri di spiagge, alle spalle di Calabria (614 chilometri) e Sardegna (595)”. La predominanza delle località romagnole emerge chiaramente dalla graduatoria dei comuni italiani con il maggior numero di realtà imprenditoriali del settore. “Nei primi cinque posti si trovano, infatti, quattro comuni romagnoli: Ravenna (194), Cervia (164), Rimini (155) e Riccione (120)- sottolinea l’Ansa-. Se si aggiungono le 112 imprese di Cesenatico (in settima posizione), i cinque comuni romagnoli totalizzano 745 realtà imprenditoriali, il 70% di tutte le infrastrutture della riviera romagnola e l'11% del totale nazionale”.

Il nodo delle concessioni

La crescita più rilevante in termini assoluti (+278 imprese) ha interessato la Calabria, che ha raddoppiato la dotazione del 2009. Seguono la Campania (+190 attività), la Puglia (+184) e la Sicilia (+183). La ragione di questo boom improvviso sono le nuove linee guida per il rilascio delle concessioni, al momento sotto la lente della Corte costituzionale dopo che il governo ha impugnato la legge regionale del 22 febbraio 2019: norme che allentano i vincoli e che consentiranno una riduzione da 100 a 25 metri della distanza minima tra le concessioni e un aumento consistente dello spazio concesso agli stabilimenti, che potranno passare da 3.000 a 5.000 metri, puntualizza La Stampa. La trasformazione delle spiagge italiane, una proprietà pubblica e dunque di tutti, in luoghi dedicati a servizi, divertimento e ristorazione gestiti da privati appare dunque irreversibile e in alcuni casi, come denunciano gli ambientalisti, senza controllo. “I dati sono molto diversi tra nord e sud, ma la tendenza è univoca: aumentano ovunque le spiagge in concessione, e laddove non avviene è semplicemente perché non ci sono più spiagge libere, come in Versilia e Romagna, e in alcuni tratti della Liguria”, avverte Legambiente nel suo rapporto Spiagge 2019.

Controesodo e agriturismi

Inizia il rientro nelle città dopo ferragosto ma non mancano le nuove partenze che fanno salire a 23,8 milioni gli italiani che hanno scelto il mese di agosto per andare in vacanza, con un leggero aumento rispetto allo scorso anno dopo le flessioni fatte registrare a giugno e luglio, secondo il bilancio stilato da Coldiretti/Ixe’ in occasione del controesodo estivo. “Si consolida la tendenza tutta italiana- avverte Coldiretti – a concentrare le ferie nel mese di agosto scelto da più della metà degli italiani in vacanza durante l’estate 2019. Una stagione che è stata peraltro segnata a giugno e luglio da temperature eccezionali che la collocano sul podio delle più calde dal 1800 ma anche da eventi estremi lungo la Penisola con ben 540 tempeste, nubifragi, trombe d’aria e grandinate che hanno provocato gravi danni nelle campagne e al turismo secondo le elaborazioni Coldiretti sui dati della banca dati Eswd”. Nell’estate 2019 più di un italiano su cinque (21%) ha previsto una durata della vacanza– documenta Coldiretti– compresa tra una e due settimane, mentre il 3% che ha programmato addirittura oltre un mese. Se è il mare a fare la parte del leone per 7 italiani su 10 (70%), seguito dalla montagna, si assiste, puntualizza Adnkronos, alla ricerca di alternative meno affollate con la campagna che è scelta dall’8% dei vacanzieri. Ben l’86% degli italiani in vacanza – conclude la Coldiretti – ha scelto come destinazione l’Italia soprattutto con alloggio in case di proprietà, di parenti e amici o in affitto ma tra le preferenze si segnalano nell’ordine anche alberghi, bed and breakfast, villaggi turistici e gli agriturismi anche grazie alla qualificazione e diversificazione dell’offerta ma anche all’ottimo rapporto tra prezzi/qualità con la scelta che avviene sempre più di frequente attraverso siti come www.campagnamica.it.

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