Oltre cinquecento pagine di informativa dei carabinieri, contenenti anche un milione di mail, girate al Coni nell’estate 2014. Nasce da qui la più grande inchiesta, mai svolta in Italia, dalle strutture anti-doping, da un ramo dell’indagine “Olimpia” della procura di Bolzano che aveva accertato la positività di Alex Schwazer. A pochi mesi dei Giochi di Rio, termina il lavoro di quasi un anno e mezzo svolto da parte della Procura antidoping Coni-Nado, che ha deferito 26 atleti azzurri chiedendo per tutti 2 anni di squalifica.
Tanti i nomi di campioni, ex o ancora in attività: da Giuseppe Gibilisco, campione del mondo di salto con l’asta nel 2003, ad Andrew Howe, argento iridato nel 2005, fino ai triplisti Fabrizio Donato (bronzo olimpico a Londra) e Daniele Greco (campione europeo indoor in carica). Per loro l’accusa è di aver eluso i controlli antidoping tra il 2011 e il 2013. La procura, guidata da Tammaro Maiello, è certa di avere trovato riscontri oggettivi riguardo la posizione dei 26 azzurri, che ora verranno giudicati dal Tribunale Nazionale Antidoping.
Per tutti gli indagati è caduta l’accusa riguardante la mancata reperibilità (art. 2.4) poiché le richieste di squalifica possono partire solo dopo tre “cartellini gialli” nell’arco di dodici mesi. Cosa del tutto impossibile, visto che nel periodo di riferimento nessuno ha mai contestato nulla. L’impianto accusatorio, se confermato dalle prime due sezioni del Tribunale presiedute da Carlo Polidori e Luigi Fumagalli, provocherà un vero e proprio terremoto in vista di Rio 2016. Anche perché colpisce alcune delle poche speranze dell’atletica italiana, che cerca il riscatto dopo la brutta figura del mondiale di Pechino.
La prima azzurra accusata dalla procura a intervenire è la martellista Silvia Salis: “Quella di cui vengo accusata non è una vicenda di doping, ma di problemi di ricezione della reperibilità da parte del sistema Whereabout, con il quale il Coni monitora lo spostamento di ogni atleta – afferma l’atleta –. Chi mi conosce sa che in 15 anni di carriera mi son sempre battuta contro il doping. L’unica cosa che mi sento di dire è che il sistema aveva falle tecniche”. “Ho totale fiducia nell’operato della Procura Antidoping e auspico un iter rapido – ha commentato il presidente della Fidal, Alfio Giomi -. Il Consiglio federale attualmente in carica ha stabilito il 28 febbraio dello scorso anno che gli atleti, al secondo mancato controllo e/o mancata comunicazione, perdano ogni forma di assistenza da parte della Federazione”.
Questa la lista dei 26 atleti per i quali sono stati richiesti 2 anni di squalifica: Roberto Bertolini, Migidio Bourifa, Filippo Campioli, Simone Collio, Roberto Donati, Fabrizio Donato, Giovanni Faloci, Matteo Galvan, Giuseppe Gibilisco, Daniele Greco, Andrew Howe, Anna Incerti, Andrea Lalli, Stefano La Rosa, Claudio Licciardello, Daniele Meucci, Christian Obrist, Ruggero Pertile, Jacques Riparelli, Silvia Salis, Fabrizio Schembri, Daniele Secci, Kaddour Slimani, Gianluca Tamberi, Marco Francesco Vistalli e Silvia Weissteiner.