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Vaiolo scimmie: rischio di contagio molto basso per i sanitari anche senza protezioni

Il dato arriva da uno studio condotto da ricercatori del Department of Public Health and Environment del Colorado e dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani

Buone notizie sul fronte alla lotta al vaiolo delle scimmie. Per il personale sanitario che entra in contatto con pazienti che hanno il vaiolo delle scimmie, il rischio di contagio è molto basso, anche nei casi in cui non indossano adeguatamente i dispositivi di protezione individuale (Dpi). Il dato arriva da uno studio condotto da ricercatori del Department of Public Health and Environment del Colorado e dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) americani.

Lo studio sui sanitari

La ricerca, pubblicata sul bollettino settimanale dei Cdc, ha coinvolto 313 operatori sanitari che, tra maggio e luglio, avevano avuto contatti con 55 pazienti affetti da vaiolo delle scimmie. Nessuno di loro ha contratto l’infezione. Lo studio ha rilevato una scarsa adesione degli operatori coinvolti alle raccomandazioni in tema di prevenzione del contagio. Le linee guida prevedano, infatti, in caso di contatto con un paziente potenzialmente positivo al vaiolo delle scimmie, l’uso di dispositivi di protezione individuali (camice, guanti, occhiali, mascherina almeno di livello FFP2), sottolineano i ricercatori.

L’indagine ha invece scoperto che solo il 23% degli operatori aveva utilizzato tutti i Dpi durante il contatto con il paziente. Secondo l’indagine, non sono stati rari i casi in cui l’operatore aveva inalato l’aerosol emesso dal paziente senza mascherina oppure aveva toccato le lesioni senza guanti. Per questa ragione, il 28% delle esposizioni sono state considerate a rischio alto o intermedio.

Ciononostante nessuno degli operatori ha contratto l’infezione. Secondo i ricercatori, dallo studio emerge “che il rischio per gli operatori sanitari di acquisire il vaiolo delle scimmie attraverso l’esposizione a pazienti è molto basso nonostante l’incompleta aderenza ai Dpi raccomandati”. Resta però importante “migliorare la consapevolezza e la formazione degli operatori in modo che possano adottare misure per proteggersi dall’esposizione”, concludono.

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