A un anno dall’offensiva di Hamas contro Israele, resta ancora incerto il destino di 101 persone, ancora nelle mani dei miliziani palestinesi. In occasione del primo anniversario del nuovo conflitto, da Gaza è arrivato un nuovo monito sulle condizioni dei prigionieri, i quali sarebbero “in una situazione molto difficile”. Un’allerta arriva anche dall’Onu: “Hanno patito sofferenze indicibili”.
Hamas, nuovo monito sugli ostaggi
Il braccio armato di Hamas afferma che gli ostaggi di Gaza sono in una situazione “molto difficile”. Poi giura che continuerà la “lunga guerra di logoramento” contro Israele. “Diciamo al nemico (gli israeliani) che avreste potuto recuperare vivi tutti i vostri ostaggi un anno fa”, ha affermato il portavoce delle brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas, Abu Obeida, secondo quanto riferisce il quotidiano libanese L’Orient le Jour online. “La situazione degli ostaggi rimasti, psicologica e sanitaria, è diventata molto difficile”, ha dichiarato in un video trasmesso dal movimento palestinese sul suo canale Telegram.
L’Onu: “Hanno affrontato sofferenze indicibili”
Il responsabile della principale agenzia umanitaria a Gaza ha affermato oggi che gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas hanno dovuto affrontare “sofferenze indicibili”, ma che la guerra ha anche trasformato il territorio palestinese in un “cimitero”. “Dodici mesi di indicibili sofferenze per gli ostaggi a Gaza, le loro famiglie lasciate nel limbo e una società profondamente traumatizzata”, ha scritto su X Philippe Lazzarini, capo dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, aggiungendo che la guerra ha anche ridotto Gaza in un “irriconoscibile mare di macerie e in un cimitero per decine di migliaia di persone”.
Fonte: Ansa