Ad ottobre, nel Sinodo sulla famiglia l’azione dello Spirito Santo “ci faccia progredire verso un futuro dove l’insegnamento sull’indissolubilità del matrimonio e la possibilità per chi ha divorziato di ricevere la comunione possano convivere fianco a fianco. Penso che ci voglia più lavoro teologico sul legame del matrimonio”. È quanto afferma Peter Doyle, vescovo responsabile della pastorale familiare per la Conferenza Episcopale di Inghilterra e Galles.
Nell’accogliere il documento dell’Instrumentum Laboris per il prossimo Sinodo, mons. Doyle sottolinea che “Avvicinare positivamente le coppie in posizioni irregolari e aiutarle a entrare nella vita della Chiesa è proprio quello di cui hanno bisogno le nostre parrocchie”. sottolinea mons. Doyle. Il prelato spiega che il documento risponde “Ai bisogni dei cattoli britannici di oggi”, poiché incoraggia i fedeli ad accogliere nella vita ecclesiastica con amore i giovani che convivono anche senza essere sposati, o chi è al secondo o terzo matrimonio civile.
“Nella società britannica l’idea di famiglia è molto vaga e non risponde necessariamente alla definizione che la Chiesa dà del matrimonio cristiano. Dobbiamo promuovere l’idea di coppia che ci ha trasmesso Gesù ma dobbiamo trovare il modo di avvicinare persone che non sanno neppure che cos’è la fede e si sentono escluse, per portare loro l’amore di Cristo. L’opinione pubblica percepisce la Chiesa Cattolica come molto severa”, spiega ancora il vescovo. “Uno dei grandi doni di Papa Francesco è stata la sua capacità di raggiungere persone di ogni fede e di nessuna fede e di toccarle con la sua compassione e la sua umanità e, in questo, dobbiamo imitarlo”.
In merito alla questione della comunione ai divorziati uniti in seconde nozze, l’impressione che ha avuto Doyle al Sinodo straordinario dello scorso ottobre , è stata quella che “un buon numero di vescovi pensasse che non vi fosse stato sufficiente lavoro teologico su questo argomento. È un peccato” che l’insegnamento cattolico “tutto positivo sul matrimonio” venga percepito così negativamente in uno spazio pubblico dal quale Dio sembra ormai assente.