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“Un passo alla volta”: la storia di Simona Marafioti

Dalla malattia alla rinascita: Simona Marafioti, in un'intervista per Interris.it, racconta la sua storia nel libro "Un passo alla vota. Sogna ragazzo sogna"

Simona Marafioti – mamma di Chiara e Alessandro, laureata in lettere, indirizzo storico artistico, amante del disegno e della pittura, con la passione per la corsa – con il suo primo romanzo, racconta che “la vita è meravigliosa, la salute è il bene più prezioso che abbiamo e possiamo migliorare il mondo con l’altruismo e con l’esempio”. Il suo diario intimo dona la speranza che anche il peggiore dei percorsi, perfino di malattia, può regalare, “un passo alla volta”, traguardi inaspettati.

La “gara” della sua vita

Simona, l’estroversione fatta persona, con il suo entusiasmo accompagna per mano il lettore nella “gara” della sua vita: un percorso di rinascita dopo una “caduta” che la conduce, sorretta dalla speranza, a tornare a realizzare i sogni e ad apprezzare i doni che incontra lungo il suo cammino. A sorreggere Simona ci sono i baluardi della sua vita che non la abbandonano mai: la fede, l’amore, l’amicizia, la famiglia e lo sport. Lo sport è quello che le consente di fare il carico delle preziosissime endorfine che hanno un potere incredibile sull’umore. Lo sport le dà energia, libertà, felicità, pace, la fa credere in sé stessa fino a scrivere – alla partenza della sua “ritrovata” maratona, dopo ben 5 anni trascorsi a lottare per sconfiggere “quel bastardo” (come lo chiamò il chirurgo che la operò) – “Ce l’ho fatta prima di arrivare! Simo. W la vita”. La felicità consiste nell’aver vinto solo perché lei è, di nuovo lì, alla partenza della maratona di Firenze. Simona inizia a correre durante un periodo in cui ha perso il lavoro.

L’importanza dello sport

Proprio grazie all’allenamento, con la tabella di runner’s world per principianti, riscopre la sua straordinaria unicità riconquistando la fiducia in sé stessa e inizia a sentirsi di nuovo bene. L’allenamento e la corsa le ricordano che “Simo è importante”; ritrova, così, quella voglia, per troppo tempo riposta in un cassetto, di prendersi cura di sé. Da qui l’inizio delle competizioni e la ritrovata felicità. Ma un giorno, un fulmine a ciel sereno, irrompe nella sua vita, frantumando la conquistata serenità: Simona ha un linfoma. Inizia il lungo viaggio “come un’ultramaratona”: dapprima l’intervento, poi la chemioterapia, i tutorial per indossare i foulard, la radioterapia e, successivamente, gli infiniti controlli. Ogni passo della vita di Simona è contrassegnato dal suo ineguagliabile meraviglioso sorriso, dal suo inesauribile ottimismo per infondere coraggio a tutti, in primis ai suoi figli, dal continuo scambio di amore e di speranza, dalla voglia di avere cura di sé e di non mollare mai.

L’intervista

Simona lei ha sempre avuto la passione per la scrittura?

“Scrivere è sempre stata una delle mie passioni. Da quel giorno in cui la sentenza del mio controllo mammografico è stata un tumore maligno mi sono ritrovata a dover affrontare il lungo protocollo medico; l’ospedale, per lunghi periodi, è stato il luogo dove ho trascorso la maggior parte del mio tempo. Tanto tempo lo passavo anche al telefono con l’interminabile attesa del CUP per prenotare le visite. Così iniziai a scrivere, mentre ero nelle sale d’attesa per fare la chemio prima e la radio dopo. Ho sempre avuto con me un quaderno e i colori, ma scrivevo anche sul cellulare. Lo stesso facevo a casa mentre ero in attesa per prenotare le visite. Appuntamenti che spesso prendevo anche in posti piuttosto lontani dove il servizio sanitario nazionale mi proponeva la prima disponibilità. E allora cercavo di unire il brutto della visita medica al bello del posto. Cercavo situazioni di serenità e allegria. Ho sempre pensato che con le cose belle il brutto viene soffocato. Ero solita prendermi l’intera giornata tutta per me. La visita era, ad esempio a Civitavecchia, ebbene, dopo il controllo me ne andavo al mare dove scrivevo e facevo fotografie, un’altra mia passione. Poi però la voglia di scrivere si ferma quando si ammala mio padre. L’inizio della sua malattia coincide con la fine del mio ciclo di radio e con l’intervento per l’asportazione della tiroide”.

Come è nata l’idea di raccontare la sua storia in un libro?

“Un giorno racconto a Sabrina, una cliente del negozio di abbigliamento dove lavoro, la mia storia. Mi dice che il mio manoscritto deve essere pubblicato perché può dare speranza e aiuto a tante persone che stanno vivendo la stessa situazione che ho vissuto io, che hanno bisogno di coraggio e di non sentirsi sole, che hanno bisogno di essere sostenute e rassicurate. Mi presenta una sua amica, Simona, che stava combattendo la sua battaglia e che collabora con ‘La Caravella’, casa editrice che ha pubblicato ‘Un passo alla volta’. Simona prende in mano il mio sogno e con immensa cura, attenzione e amore lo realizza”.

Ciò a dimostrazione, come scrivi nel libro che “le persone arrivano a noi nel momento giusto della vita, quando abbiamo un animo aperto, pronto ad accogliere l’altro”?

“Si, ciò che accade è che l’altro diventa noi e viceversa. Così nasce il mio libro. E così accade nel mio cammino. Ogni anima che ha anche solo sfiorato il mio cammino e ogni persona che è entrata nella mia vita ha lasciato un segno indelebile e determinante per tirare fuori quella forza che spesso finiva. Penso, anzi, ho la certezza granitica che per cambiare il sapore della vita, a volte, basta solo una parola, un sorriso, un pensiero gentile. L’emozione più grande è sapere che gli altri sono felici. La cosa più bella è vedere la felicità di qualcuno. La felicità è gioire della gioia dell’altro. In un certo senso è come se parte di questa felicità un po’ ti appartenga o meglio, diventi un po’ tua senza che sia un furto, solamente di riflesso. È un po’ come guardare un tramonto o un’alba, un prato fiorito, la cima di una montagna, un bambino che ride o il mare d’inverno. La felicità è un bene che si può moltiplicare, centuplicare, trasformare in mille modi”.

Il tuo libro è intriso di fede, amore e amicizia nel più sommo dei loro significati. L’Amore è ciò che ci salva? 

“Senza ombra di dubbio. L’Amore è fatto di gesti veri, di verità, dignità, passione, bene. Durante il periodo della chemio, mentre mi venivano iniettate le sacche, l’amore è stato per me il sorriso, la voglia di trasmettermi serenità, gli occhi pieni di tenerezza delle infermiere, il loro accogliermi con fare dolce e solare. Ero nelle mani di questi angeli e in quelle del Signore. Penso spesso a Dio, anche quando corro, e ci parlo. Gli chiedo di indicarmi la strada, il sentiero giusto. Credere in Dio è un dono troppo grande e profondo da spiegare a parole, ti nasce dentro, ti esplode come un vortice e ti avvolge in un istante”.

La vita è fatta di cadute, resilienze e risalite ma sempre e comunque ci regala una miriade di emozioni?

“Si, a volte basta veramente solo una parola, un sorriso per stare bene noi e per far stare bene gli altri. Tutti abbiamo bisogno di amore, del calore di un abbraccio, di darci la mano per superare insieme le difficoltà, per riempirci l’anima e il cuore. La vita è come un sasso, che per qualcuno può non valere niente, ma che diventa prezioso se sappiamo amarlo come unico e necessario per questo pianeta. Mi piace associare gli esseri umani agli alberi rigogliosi e vivi del mio bosco del lago di Castel Gandolfo: persone amiche che tante volte hanno ascoltato i miei pensieri, asciugato le mie lacrime e mi hanno regalato momenti di pace”.

Quale messaggio speri che il tuo libro infonda nei cuori e nell’animo di chi ti legge?

“Che non dobbiamo mai dimenticarci di quanto sia importante prendersi cura di sé stessi, di avere la consapevolezza che ogni essere umano vale molto, che tutti noi abbiamo un lato invincibile e sicuro. Noi abbiamo il potere di cambiare le situazioni nel bene e nel male, a seconda del nostro agire e reagire a ciò che succede. Soprattutto ai giovani dico di non chiudersi, di abbattere le barriere; intorno a noi c’ è un mondo che ha bisogno di ogni singolo essere umano. E poi, invito tutti a praticare lo sport. Lo sport aiuta in qualsiasi momento della vita, dà voglia di vivere. Basta anche una lunga camminata a contatto con la natura, respirarne gli odori per trarne beneficio, per immagazzinare le preziose e strabilianti endorfine. Spero, infine, che arrivi il messaggio dell’importanza di fare prevenzione, di sottoporsi sempre ai controlli medici, perché la salute dobbiamo tenercela stretta. Con la salute possiamo tutti sentirci ricchi, appagati e pieni di ogni bene”.

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