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NEPAL, TERREMOTO SENZA PRECEDENTI: PIU’ DI 2000 MORTI

E’ il più forte terremoto mai registrato negli ultimi 81 anni. Sono le 11:56 quando la valle di Kathmandu inizia a sgretolarsi dopo la prima forte scossa di magnitudo 7.9. Il bilancio è di almeno 2000 vittime, ma il numero è destinato ad aumentare. L’epicentro è stato localizzato 80 chilometri a est della città di Pokhara e il colpo mortale che ha fatto tremare la terra ha raggiunto l’India dove si contano 40 morti, il Bangladesh con 4 vittime e il Tibet con 12.

Centinaia sono i feriti, ma ancor di più lo sono i dispersi che potrebbero essere sotto le macerie. La seconda scossa è arrivata a 35 minuti di distanza con una forza inferiore, 6,6 gradi di magnitudo decisivi però per distruggere vaste aree archeologiche, monumenti storici e far abbattere sull’Everest una valanga che ha travolto il campo base: qui si contano 18 morti, quasi tutti alpinisti giapponesi e cinesi. Molti altri appassionati di montagna sopravvissuti alla slavina, rischiano di rimanere intrappolati tra le nevi del grande Everest senza che i soccorsi possano raggiungerli.

Aprile è un mese privilegiato per le spedizioni che portano sulla vetta più alta del mondo. A Kathmandu dovevano arrivare anche Giampaolo Corona, guida alpina trentina e Francois Cazzanelli, guida valdostana del Centro Sportivo Esercito, partiti proprio ieri dall’Italia alla volta del Kimshung, una montagna di 6.700 metri mai salita prima. Corona ha tranquillizzato: “Stiamo bene. Fermi all’aeroporto di Mascate in Oman in attesa di ulteriori informazioni”.

La torre Dharahara, uno dei monumenti più importanti di Kathmandu e patrimonio dell’Unesco, conosciuta anche come Bhimsen Tower si è letteralmente sbriciolata dall’alto dei suoi 62 metri travolgendo oltre 250 persone che vi erano dentro. Piazza Durbar, nel centro storico della capitale, dove i turisti sono attirati dalla bellezza del palazzo reale e dei templi, è stata fortemente danneggiata, uno schiaffo alla storia di un popolo le cui radici si perdono nel mito. I primi abitanti del Nepal furono i Lichavi nell’VIII secolo a.C e si stanziarono proprio nella valle colpita dal forte terremoto. Il sisma era da tempo atteso sulla grande linea tettonica chiamata MHT (Main Himalayan Thurst) ma la violenza del fenomeno ha dimostrato che la realtà è andata ben oltre le previsioni dell’uomo.

Intanto dalla Farnesina sono in corso le verifiche, che per ragioni tecniche necessitano di tempo. Attualmente però, secondo quanto riferito da fonti del ministero degli Esteri, non sono segnalate vittime italiane. L’aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu, inizialmente chiuso per diverse ore a causa di alcuni danneggiamenti, ha ripreso il suo servizio.

Quanto agli annunci delle autorità, tra le prime indicazioni fornite, è stato chiesto di non usare le linee telefoniche per evitare un intasamento che potrebbe rivelarsi fatale per i soccorsi. “E’ un disastro enorme – scrive su Twitter un alpinista romeno, Alex Gavan – Ho aiutato nella ricerca e nel soccorso delle vittime in una vasta area disastrata. Ci sono molti morti, molti altri gravemente feriti. Altri moriranno se un elicottero non arriverà il prima possibile”. E’ emergenza anche negli ospedali dove il numero dei feriti diventa ingestibile.

L’evento ha letteralmente messo in ginocchio il Paese, costringendo il governo a dichiarare lo stato di emergenza nelle aree colpite e a lanciare un appello alla comunità internazionale affinché vengano forniti gli aiuti umanitari necessari per far fronte alla tragedia. Papa Francesco, informato del devastante terremoto che ha colpito il Nepal, con migliaia di vittime, “sta seguendo in preghiera e con grande preoccupazione l’evolversi della situazione, partecipando al dolore di quanti sono stati colpiti”.

In un telegramma inviato a nome del Pontefice dal segretario Parolin a mons. Simick, si legge: Francesco “affida le anime degli scomparsi all’amore misericordioso dell’Onnipotente e rivolge incoraggiamenti alle autorità civili e alle forze di emergenza mentre continuano i loro sforzi nel soccorso e l’assistenza a quanti sono stati colpiti da questa tragedia”. Il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni ha subito disposto un aiuto di 300 mila euro, finanziamenti che permetteranno alla Croce Rossa di Kathmandu di realizzare attività di primo soccorso.

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