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Stabilità, scontro tra Anci e Governo. Fassino: “Tagli per 3,7 miliardi”

Si è svolto ieri sera a Palazzo Chigi l’incontro tra il governo e l’Anci (l’associazione dei comuni) guidata da Piero Fassino. “In prospettiva faremo una local tax al posto della miriade di tasse e tributi”, ha detto il Matteo Renzi. “Abbiamo cominciato ad aggredire la spesa centrale, presto metteremo online ogni centesimo di spesa dei ministeri”, ha fatto sapere il premier che ha illustrato l’impegno del governo per ridurre i costi dei ministeri. Frasi che però non hanno certo indotto Fassino a desistere dal tentativo di ridurre l’onere della legge di Stabilità a carico dei comuni, perché secondo il presidente dell’Anci, lo sforzo richiesto non sarà pari a 1,2 miliardi, come era stato detto, ma addirittura pari a 3,7 miliardi. Senza forti correttivi alla legge di Stabilità – ha chiarito Fassino – molte città vedranno una diminuzione di risorse insostenibile e non potranno rispettare il Patto di stabilità. A rischio sono anche le Città metropolitane e le Province di secondo livello. Per non parlare del fatto che se la riduzione delle risorse verrà confermata fino al 2017, queste istituzioni non sono in grado di vivere, di stare in piedi”. Dopo l’incontro l’Anci incontrerà tutti i gruppi parlamentari, “per ottenere modifiche significative alla legge di Stabilità”.  La delegazione guidata da Fassino è composta anche dal vicepresidente Alessandro Cattaneo, dal sindaco di Roma Ignazio Marino, dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia, dal sindaco di Firenze Dario Nardella, dal sindaco di Catania Enzo Bianco, dal sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli, dal sindaco di Varese Attilio Fontana, dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci e dal sindaco di Vicenza, Achille Variati. Per oggi, invece, il presidente della Conferenza delle regioni, Sergio Chiamparino, ha convocato alle 10 la Conferenza delle regioni e delle province autonome che dovrà esaminare i temi all`ordine del giorno della Conferenza Unificata e della Conferenza Stato-Regioni, convocate rispettivamente per le 15 e 15.30.

“La nostra valutazione è che 1,2 miliardi di tagli più 300 milioni dovuti dalle passate manovre, più l’impatto che deriva dal Fondo per i crediti di difficile esigibilità oltre alla nuova contabilità dal 1 gennaio 2015 e altre misure, causano un intervento a carico dei comuni per 3,5-3,7 miliardi – ha dichiarato Fassino a Palazzo Chigi – Il governo ha valutazioni diverse, per questo ci metteremo intorno ad un tavolo per vedere se le cifre sono giuste e per cercare di arrivare ad un punto di condivisione”. I sindaci ritengono che la riduzione di un miliardo su città metropolitane e province “sia di difficile sostenibilità. Le città metropolitane – ha spiegato – hanno funzioni superiori a quelle delle vecchie province; tagliare risorse a chi dovrebbe fare più cose è una contraddizione. Le province di secondo grado hanno minori funzioni che vanno comunque assolte: altrimenti non possono fare nulla”. “Apprezzando poi il fatto che per la prima volta dopo 70 anni un governo stabilisca che le spese per gli uffici giudiziari siano a carico dello Stato e non dei comuni – ha proseguito il numero uno di Anci – facciamo notare che la nuova norma decorre dal 1 dicembre 2015; noi chiediamo che decorra a partire dal 1 gennaio 2015. Chiediamo inoltre che sia ripristinato il fondo per il finanziamento delle linee metropolitane delle grandi aree urbane che è stato accantonato: se si vogliono sostenere politiche di crescita bisogna mettere i comuni in condizioni per farlo. L’auspicio è che il confronto ci consenta di arrivare a comuni decisioni”.

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