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SCALA SANTA, SULLA VIA DELLA CROCE INSIEME A GESU’

Vi sono dei luoghi decisamente privilegiati nei quali si percepisce dentro il proprio cuore un concentrato di emozioni, che accompagna il fedele per il resto dei suoi giorni. Uno di questi luoghi “il più santo al mondo” come viene definito è il Santuario della Passione, famoso per un triplice valore: storico religioso e artistico.

Esso è composto dalla Scala Santa, dal Sancta Sanctorum (Cappella privata dei Pontefici) contenente un tesoro di reliquie di alcuni Santi; e l’Acheropita cioè l’Immagine del SS.mo Salvatore.

La Scala Santa, è stata affidata non a caso ai religiosi fondati da San Paolo della Croce, egli definiva la Passione come la “più grande e stupenda opera del Divino Amore”. Il 28 settembre 1853, la Congregazione della Passione di Gesù entra nel santuario in qualità di custode “in perpetuum” successivamente il Pontefice Pio IX firma la Costituzione Apostolica Inter Plurima Templa del 24 febbraio 1854, nella quale risulta tale affidamento ai Passionisti i quali accompagnano con la preghiera e l’ascolto ogni fedele. Pio IX saliva in ginocchio la Scala Santa il 19 settembre 1870, era la vigilia della breccia di Porta Pia.

La Scala Santa è meta annualmente di molti pellegrini, una tappa significativa per la crescita spirituale. Un luogo di culto completamente diverso da altri santuari, intanto perché il primo sguardo è attratto da questa grande Scala, continuamente salita dai devoti in ginocchio. Le motivazioni per compiere questo atto di devozione sono tante: per adorare Gesù Crocifisso; per chiedere perdono dei peccati; per imitare Dio Crocifisso modello perfetto nella nostra vita, o anche solo per ringraziare il Signore.

Un amore senza confini quello di Gesù, che ama l’uomo senza riserve, una lettura che aiuta a meditare sulla sua Passione è quella scritta dalla venerabile mistica suor Maria d’Agreda. Ella ha avuto in visione le ore più intense del Signore, dall’Ultima Cena alla morte in Croce, ha descritto dei particolari unici che neppure i Vangeli narrano. Torniamo indietro nei secoli per ricostruire la storia della Scala Santa, vi è un solo documento medioevale che attesta a una Scalae Pilati, ciò vuol dire che si tratta della scalinata del Pretorio di Gerusalemme: il Palazzo di Pilato.

La tradizione medioevale narra che la Scala è stata fatta trasportare per volontà della madre dell’Imperatore Costantino, Sant’Elena da Gerusalemme a Roma nel 326 d. C. Il lavoro di ristrutturazione che ha comportato anche degli ampliamenti è stato affidato a D. Fontana (1543-1604), egli ha documentato che il trasporto dei gradini è stato eseguito durante la notte recitando i salmi: procedendo dall’alto in modo tale che gli operai non calpestassero i santi gradini.

Gesù dopo la flagellazione eseguita nel modo più crudele, è salito su questa Scala per entrare nell’aula dove è stato interrogato. Si notano nel secondo, nell’undicesimo e ultimo gradino le tracce del prezioso Sangue di Gesù, perciò coloro che si recano alla Scala Santa si sentono in qualche modo catapultati a Gerusalemme e a quel primo Venerdì Santo della storia del cristianesimo.

Tanti i sentimenti che si sovrappongono mentre ogni gradino viene salito, immaginare il Signore ferito, abbandonato, tradito, ma al tempo stesso misericordioso con i suoi aguzzini: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” e ancora con il buon ladrone, è un’esperienza disarmante. Questa devozione di risalire i 28 santi gradini tocca il suo momento forte nel tempo quaresimale specialmente durante il triduo pasquale. Al termine della Scala i fedeli si trovano dinanzi all’affresco del Sancta Sanctorum raffigurante la Crocifissione.

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