Sono passati 41 anni dal colpo di stato, ma ancora oggi, la notte dell’11 settembre in Cile è motivo di scontri tra manifestanti e polizia. Ed infatti proprio così è cominciata la serata di ieri: rivolte e scontri tra la polizia locale e gruppi di dimostranti sono avvenuti in almeno sette comuni della città di Santiago.
Pneumatici bruciati, barricate lungo le strade, autobus in fiamme, spari ed urla. È questo lo scenario che si sono trovati di fronte le autorità locali intervenute per cercare di arginare gli atti di vandalismo. Questo tipo di disordini sono molto frequenti durante questa notte in cui si ricorda il colpo di stato con cui iniziò la dittatura di Augusto Pinochet e Salvator Allende fu ucciso.
Michelle Bachelet, che dopo quattro anni di assenza è tornata alla presidenza del Cile, ha organizzato una commemorazione ufficiale nel Palazzo della Moneda, il palazzo presidenziale che nel 1973 fu bombardato dai militari di Pinochet. A questo evento ufficiale hanno partecipato anche i familiari di Salvador Allende. Durante la giornata di ieri, inoltre centinaia di cileni, hanno visitato la tomba dell’ex presidente che si trova nel Cimitero Generale di Santiago.
Oggi si chiama Parque por la Paz (parco per la pace) ma negli anni dopo il golpe di stato era un centro di detenzione e tortura per i prigionieri politici: Villa Grimaldi, situato nella precordigliera della Ande, è stata meta di moltissime famiglie dei “desaparecidos”, persone delle quali ancora oggi i loro cari aspettano di sapere a quale sorte sono andati incontro.