Le catacombe di Santa Sofia (III-VIII secolo d.C) saranno rese fruibili grazie alla consegna delle chiavi di accesso da parte del sindaco di Canosa di Puglia, Ernesto La Salvia, al Sovrintendente archeologico delle Catacombe, Fabrizio Bisconti. L’incontro si è svolto ieri nella sede della Pontificia commissione di archeologia sacra, nel Palazzo del Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana a Roma. Lo rende noto il Comune di Canosa di Puglia.
Le catacombe, che furono rinvenute negli anni ’50 sulla statale 93 Canosa-Barletta, rappresentano le uniche cristiane rinvenute in Puglia e sono tra le pochissime presenti in Italia meridionale insieme a quelle di Siracusa e Napoli. L’Amministrazione La Salvia ha fortemente voluto che il Vaticano, cui il Concordato fra Stato Italiano e Chiesa cattolica assegna la tutela e la valorizzazione del sito archeologico, ricevesse le chiavi di accesso. Con la consegna di ieri, potranno finalmente partire i lavori di restauro.
“Siamo convinti – dichiara nella nota il sindaco di Canosa – che gli interventi che la Soprintendenza archeologica delle Catacombe potrà ora mettere in atto produrranno ricadute positive sulla nostra città, ma anche sulla Puglia e su tutto il territorio nazionale, sotto l’aspetto culturale, turistico ed economico. Accoglieremo con grande favore le attività che si vorranno realizzare per la salvaguarda e la promozione di questo bene così importante”.
“Perché tale obiettivo diventasse finalmente tangibile mi sono recato a Roma, come sempre con mezzi privati – ha sottolineato La Salvia – per avere il piacere di sbloccare una situazione ferma ormai dal lontano 2003, fatta anche di confronti tecnici e archeologici (culminati in un tavolo tecnico tenutosi a Bari nel 2013) e che solo ora finalmente vedrà la luce”.
“Era ora, oltre che assolutamente legittimo, che lo Stato pontificio entrasse nella piena disponibilità del bene catacombale come da prescrizione concordataria, il cui accesso era stato da tempo interdetto dal Comune di Canosa per ragioni di sicurezza. Ora partiranno gli studi per la manutenzione e ristrutturazione del manufatto da parte della Pontificia commissione di archeologia sacra. Le uniche catacombe cristiane di tutta la Puglia potranno finalmente essere rese fruibili dalla collettività”.
“Fiero di aver posto personalmente il sigillo – conclude il sindaco La Salvia – sull’inizio di una nuova avventura archeologica che vede protagonista ancora una volta il nostro territorio: un nuovo tassello in quel affascinante racconto del passato che è la storia di Canosa”.
Anche l’assessore regionale Loredana Capone, informata della questione, si è detta molto compiaciuta “per una iniziativa che aggiunge ulteriore valore ad una città già ricchissima di storia e reperti e che incrementerà certamente pure l’offerta turistica, archeologica e religiosa della regione”.
Le catacombe furono ricavate nei terrazzamenti del costone roccioso sul cui fondo scorre il torrente Lamapopoli. Le sepolture conosciute, una quindicina, si caratterizzano sia come tombe di famiglia, sia come deposizioni singole. Gli studi condotti dal compianto professore Nino Lavermicocca, docente di Archeologia medievale all’Università degli Studi di Bari, evidenziano