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La passione, le nozze mistiche e il giardino: ecco chi era Santa Chiara della Croce

Suor Maria Cristina, agostiniana di Montefalco, ci guida alla scoperta della Santa che offrì il suo cuore affinché Gesù potesse appoggiare la sua croce

La vita dell’anima è l’amore di Dio. Dall’amore l’anima viene unita a Dio e diventa una cosa sola con lui, e tanta è l’amicizia di Dio all’anima e dell’anima a Dio che ciò che vuole Dio lo vuole anche l’anima, e ciò che vuole una tale anima lo vuole Dio stesso“.

Sono le parole di Santa Chiara da Montefalco, conosciuta anche come Santa Chiara della Croce, che a soli sei anni lascia la casa del padre per seguire Gesù e amarlo con tutto il suo cuore attraverso la preghiera e la contemplazione. Un modello di santità attuale ancora oggi, capace di grandi opere di carità che, per l’epoca in cui è vissuta destavano un grande scalpore.

La Chiesa celebra la sua memoria il 17 agosto, giorno della sua morte. Chiara sarà proclamata Santa da Leone XIII nel 1881. Interris. it ha approfondito la vita e la spiritualità di Santa Chiara attraverso il racconto di suor Maria Cristina, agostiniana di Montefalco.

La vita di Santa Chiara

“Ispirata dall’esempio della sorella maggiore, la Beata Giovanna, Chiara a soli sei anni decide di lasciare la casa del padre per entrare nel reclusorio – spiega suor Maria Cristina -. I suoi occhi sono totalmente fissi sulla passione, morte e resurrezione di Gesù. Nel suo cuore si iscrive, come in un libro la passione del Signore“.

Dal 1288 al 1299 Chiara vive una dura prova di aridità spirituale e lotta interiore. “Capisce che anche lei è sottoposta a un cammino di purificazione, una notte oscura, dove impara a combattere quelle lotte interne che, negli anni a venire, dovrà affrontare come maestra spirituale insieme alle tante anime che si affideranno al suo accompagnamento – spiega -. Chi veniva a trovare Santa Chiara, incontrava una monaca di clausura sempre disponibile a un’opera di carità, a una parola buona. Molti venivano dalle campagne, ma ricorrevano al suo consiglio anche sacerdoti, vescovi, cardinali e nobildonne”.

Le nozze mistiche e i segni della passione

“Come lei stessa ha affermato, nel periodo di crisi spirituale, ha imparato molto di più su Dio che se avesse letto tutti i libri del mondo. Un combattimento molto duro, sperimenta l’assenza della fede e tutti i vizi, ma scopre che ognuno di essi ha una virtù alla quale aggrapparsi per poterlo vincere – racconta suor Maria Cristina -. In questi undici anni di deserto, Chiara vive un ‘incontro’ particolare: Gesù con la croce in spalla, vestito di bianco, le appare e le chiede un luogo dove poter appoggiare la sua croce. E’ il momento delle nozze mistiche: la santa gli apre il suo cuore sul quale rimangono impressi i segni della passione. Nel santuario, accanto al corpo incorrotto della santa ci sono due reliquiari. Uno contiene questo muscolo che ha preso la configurazione di un crocefisso“.

Il giardino di Santa Chiara

All’interno del Monastero è presente quello che prima era un orticello, mentre ora è un giardino. Su tre lati è delimitato dai fabbricati, il quarto dal Monastero che lo chiude verso la strada. “Si narra che qui incontrò un pellegrino che le regalò il bastone con cui si sosteneva lungo il suo andare e le chiese di piantarlo. Chiara obbedì e da quel ramo secco crebbe un albero bellissimo, con fiori profumati, di origini asiatiche”. Si chiama Melia Azedarach, ma viene anche chiamato “albero dei paternostri” o “albero di Santa Chiara”. I suoi semi sono utilizzati dalle monache – ma questo veniva fatto sin dal Medioevo – per realizzare i rosari.

Il giardino è importante, perché il luogo dell’intimità, dell’ordine, dove la sposta e lo sposo si incontrano e si uniscono in matrimonio, dove la vita fiorisce grazie a un’intimità profonda con il Signore – spiega suor Maria Cristina – Non è la croce che salva il mondo, ma è il crocefisso con la sua storia di vita, passione, morte e resurrezione, attraverso la quale rifiorisce la vita di ogni credente. Nella sequela, nella vita cristiana, se non c’è un incontro con Gesù, siamo dei falliti. Qui in questo giardino vi è un luogo dove Chiara ha incontrato il Signore e, forse, è il luogo dove ognuno di noi può celebrare il sì che ha detto al suo Signore”.

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