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San Vincenzo Pallotti: il precursore dell’Azione Cattolica

Quando nacque il sacerdote romano Vincenzo Pallotti (1795-1850) da pochi anni in Europa si andavano diffondendo le idee provenienti dalla Rivoluzione Francese del 14 luglio 1789, e la stessa Chiesa Cattolica si trovò a dover affrontare le sfide poste da queste nuove ideologie e dalla secolarizzazione della società. L’Italia era divisa in diversi stati e soggetta al dominio straniero. In questo contesto, si svilupperà successivamente un movimento nazionale, il Risorgimento, che lotterà per l’unificazione del paese. E Vincenzo Pallotti si troverà a vivere in un periodo di fermento politico, che aspirerà all’indipendenza e all’unità nazionale.

Egli studiò teologia e filosofia e nel 1814 ottenne dall’Università de La Sapienza, una borsa di studio, qualche anno dopo divenne diacono e il 16 maggio del 1818, viene ordinato sacerdote nella basilica di S. Giovanni in Laterano. Pur facendo parte del cosiddetto clero secolare, divenne terziario domenicano, minimo e francescano. Seguendo l’esempio dei genitori nella pratica della fede e nella profonda devozione, passò i primi anni di sacerdozio in preghiera e in opere di carità.

Conoscendo il futuro santo, Gaspare del Bufalo, si impegnò per la diffusione e la devozione al Preziosissimo Sangue di Gesù. Fu nominato direttore spirituale del seminario nel 1827 e sei anni dopo divenne direttore del collegio di Propaganda Fide. Nel 1834 fu chiamato a svolgere il ruolo di rettore della chiesa romana di Santo Spirito dei Napoletani, in via Giulia, e qui il 9 gennaio del 1835 presentò ai compagni, preti secolari, religiosi e laici, un triplice programma di apostolato universale: per evangelizzare i non credenti, per accrescere la fede tra i cattolici, per le opere di carità.

Era nata così l’Unione dell’Apostolato Cattolico, con lo scopo di ravvivare la fede e promuovere la collaborazione di tutti i battezzati nell’opera di evangelizzazione, tutto questo si poteva realizzare con il sostegno dei laici, di provenienti da tutte le classi sociali, uomini e donne, ciascuno secondo le proprie disponibilità o capacità, nell’associarsi alla missione sacerdotale del clero, egli era fortemente convinto che tutti potessero essere apostoli.

Quest’associazione ottenne il riconoscimento giuridico da parte del cardinal vicario Carlo Odescalchi (1785-1841) e successivamente l’Unione fu approvata da papa Gregorio XVI (1831-1846). Vincenzo Pallotti organizzò la disciplina dell’Unione e redasse una regola di trentatré punti, in omaggio al numero degli anni di Cristo; il vincolo che doveva tenere insieme tutti i membri era quello derivante dall’atto formale di perfetta consacrazione di tutto sé stesso a Dio e di perfetto distacco del cuore dal mondo.

Possiamo vedere e capire come tutta la spiritualità di questo sacerdote sia stata caratterizzata da un profondo amore verso Dio e per il prossimo, e da una grande fiducia nella Provvidenza. Egli inoltre sottolineava l’importanza della preghiera, dei sacramenti e della carità fraterna come strumenti per la crescita spirituale e l’efficacia dell’apostolato.

Si spense all’età di cinquantacinque anni a Roma il 22 gennaio del 1850, il suo corpo riposa nella chiesa di S. Salvatore in Onda. Fu beatificato da Pio XII (1939-1958) a cent’anni dalla morte il 22 gennaio 1950, mentre sarà Giovanni XXIII (1958-1963) a proclamarlo santo il 20 gennaio del 1963. Infine il pontefice Pio XI (1922-1939) aveva definito Vincenzo Pallotti come vero “precursore dell’Azione Cattolica”.

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