San Onesimo, vescovo e martire, nasce a Colossi in Turchia, muore a Roma nel I secolo. E’ uno schiavo di Filemone, amico di San Paolo. Un giorno Onesimo fugge dal padrone (forse lo deruba) e si rifugia a Roma da Paolo, che in quel tempo è tenuto prigioniero in una casa, dove è quasi sempre legato con una catena a un soldato, ma ha la possibilità di ricevere delle visite.
Onesimo rimane per qualche tempo con lui, lo aiuta nelle incombenze quotidiane e diventa cristiano. Paolo lo rimanda da Filemone, invitando l’amico a trattarlo non come uno schiavo, ma come un fratello. Filemone, seguendo l’invito dell’apostolo, lo accoglie amichevolmente, lo affranca per poi rimandarlo da Paolo.
Quest’ultimo lo utilizza per inviare la sua lettera ai Colossesi: “Tutto quanto mi riguarda ve lo riferirà Tichico. Con lui verrà anche Onesimo, il fedele e carissimo fratello, che è dei vostri. Essi vi informeranno su tutte le cose di qui” (Col 4, 7a-9). Secondo la tradizione Onesimo diventa missionario e successivamente è consacrato da Paolo vescovo di Efeso, in sostituzione di Timoteo.
Morte
Muore a Roma, sotto l’imperatore Diocleziano, subisce il martirio mediante lapidazione.
Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi