Il 14 dicembre la Chiesa ricorda la figura di S. Giovanni della Croce. Il carmelitano spagnolo, il cui vero nome era Juan Yepes Alvarez, nacque a Fontiveros, un paesino vicino Avila il 24 giugno del 1542. Egli fu un poeta e un teologo, e spese la sua vita nella preghiera e il suo cammino spirituale vedeva andare l’anima verso Dio e in Dio. Tra i suoi numerosi scritti c’è sicuramente la “Notte oscura dell’anima”, dove sempre l’anima viaggia dalla propria sede corporea verso l’unione con Dio. Tutto questo avviene durante la notte, che rappresenta le avversità e gli ostacoli, che la stessa anima incontra nello staccarsi dal mondo.
Scrittore mistico
Quest’ opera, scritta intorno al 1578, è considerata una dei suoi “trattati” più importanti e influenti, è un itinerario mistico che tratta del cammino spirituale verso l’unione con Dio attraverso il distacco dalle cose materiali e l’oscurità interiore che l’anima può sperimentare in questo percorso di purificazione. Fondò nel 1568 insieme a Santa Teresa d’Ávila (1515-1582) l’Ordine dei Carmelitani Scalzi, caratterizzato da una riforma spirituale e un ritorno alle origini dell’ordine. San Giovanni della Croce è noto per i suoi scritti mistici, che includono opere oltre “La Notte Oscura dell’Anima”, “Cantico Spirituale” e “Salita del Monte Carmelo”, quest’ultime scritte tra il 1577 e il 1579.
Il pensiero di San Giovanni della Croce
“Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore”: questo conosciutissimo pensiero attribuito a San Giovanni della Croce e incluso in molti dei suoi scritti, rappresenta senza dubbio un concetto presente in diversi insegnamenti e opere dell’illustre mistico e importante poeta della letteratura spagnola. La sua teologia e la sua spiritualità sono fortemente influenzate da concetti che mettono in evidenza l’importanza dell’amore come principio guida nella vita spirituale e come fondamento del rapporto tra l’anima e Dio. Morì il 14 dicembre 1591 a Ubeda nella regione dell’Andalusia. Nel 1726 fu canonizzato da papa Benedetto XIII (1724-1730) e nel 1926, per la profondità delle sue dottrine spirituali, fu proclamato Dottore della Chiesa dal pontefice Pio XI (1922-1939).