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Salvini: “Se necessario sforeremo il vincolo del 3%”

Se a qualcuno danno fastidio gli applausi può andarsene: hanno parlato gli italiani, se a qualche giornalista da fastidio il risultato elettorale può andarsene“. E' iniziata così la conferenza stampa da Strasburgo di Matteo Salvini, fresco vincitore, in coabitazione con Luigi Di Maio, delle ultime elezioni. 

Sciabola

Il segretario del Carroccio è stato accolto da un applauso da parte di alcuni sostenitori prima di iniziare a parlare e i reporter hanno fatto notare che non è una pratica normale durante una conferenza stampa. “Se a qualcuno non piace il risultato elettorale può andarsene – ha detto polemicamente Salvini – vedo che a sinistra c'è molta gente nervosa. E se c'è qualcuno a sinistra che è nervoso a me fa piacere“.

Fisco

Il segretario della Lega è poi entrato nel merito delle scelte di un eventuale governo di centrodestra. A partire da una progressiva riduzione della pressione fiscale che porti le tasse al 15%. “La flat tax è applicata in 8 Paesi dell'Unione europea – ha detto – quindi nel momento in cui la proporremo non ci potranno dire di no“. E il rapporto deficit/Pil sotto il 3%? Per Salvini “fa parte di quelle regole scritte a tavolino, che se fanno stare meglio i cittadini rispetteremo, ma se in nome di quei vincoli dobbiamo licenziare, chiudere e precarizzare allora non le rispetteremo. Se devo trovare 31 miliardi di euro per evitare l'aumento di accise tasse e Iva, allora non lo rispetteremo, contratteremo con Bruxelles un modo reciproco”. 

Euro

Per quanto riguarda l'euro, “è e rimane una moneta sbagliata. Ma non c'è una possibilità di uscita solitaria dell'Italia. I nostri esperti stanno lavorando a un piano b se da Bruxelles dovessero arrivare solo no“. Un referendum, in ogni caso, non è all'ordine del giorno. “La Costituzione italiana impedisce che i cittadini votino su trattati internazionali, purtroppo”. Ma la modifica della Carta “sarà parte del processo dei prossimi cinque anni. Non è qualcosa che è all'ordine del giorno domani mattina”.

No al Pd

Le priorità del programma di governo sono “lavoro ed emergenza” se su questo ci sarà una maggioranza “mi prendo il dovere e l'onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no”. Messaggio esplicito rivolto a chi cerca possibili convergenze con il Pd. Meglio il Movimento 5 Stelle? “I programmi sono molto diversi, ha vinto la coalizione di centrodestra, non è autosufficiente alla Camera e al Senato, ma sicuramente non posso allearmi con chi ha male governato negli ultimi anni, quindi ipotesi di governi che prevedano Renzi e Boschi o Gentiloni sono inimmaginabili“. L'obiettivo “è quello di un governo di centrodestra, con un programma di centrodestra, e poi chi vivrà vedrà”

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