Nel mondo, molti minori cristiani vivono la propria fede affrontando gravi persecuzioni. Questa situazione li porta all’isolamento, rendendoli ancora più vulnerabili e, di conseguenza, esposti al rischio di sfruttamento, tra cui forme di persecuzione come la tratta di esseri umani, la seduzione mirata, l’adescamento e lo sfruttamento sessuale. I numeri sono allarmanti: secondo Porte Aperte Onlus, oltre 365 milioni di cristiani nel mondo sono sottoposti a qualche forma di persecuzione. Poiché questi eventi si verificano principalmente in Paesi in via di sviluppo, dove ogni famiglia tende ad avere un numero significativo di bambini, possiamo ragionevolmente supporre che i minori perseguitati siano numerosi.
L’intervista
Interris.it ha intervistato Cristina Merola, referente per la persecuzione di genere di Porte Aperte Onlus, un’associazione che dal 1955 è impegnata sul campo per individuare le cause e le soluzioni alla persecuzione dei cristiani nel mondo. Porte Aperte ha recentemente pubblicato il report Esclusi, un documento che analizza le sfide quotidiane affrontate dai minori cristiani.
Quando si parla di ragazzi perseguitati, c’è un’area del mondo che vi preoccupa maggiormente?
“Negli ultimi due anni e per i prossimi tre, desideriamo fare luce sull’Africa subsahariana, dove la violenza da parte di milizie jihadiste e di allevatori fulani è particolarmente forte. A causa dei cambiamenti climatici, questi ultimi cercano di appropriarsi di nuove terre. L’agenda islamiche che negli anni abbiamo potuto verificare è quella di allontanare i cristiani , disgregando le famiglie e le comunità. Interi villaggi vengono attaccati, costringendo migliaia di persone a fuggire. La fuga, che avviene spesso di notte, comporta la separazione dei bambini dai genitori, che li smarriscono nel caos. Così, i minori cominciano a vagare da soli e diventano facili prede.”
Cristina, come si manifestano le persecuzioni?
“Il tipo di persecuzione varia a seconda che si tratti di maschi o femmine. I ragazzi vengono generalmente arruolati con la forza in milizie armate o in gruppi criminali. Le ragazze, invece, sono spesso adescate con l’intento di sfruttarle sessualmente, o addirittura costrette a matrimoni forzati con membri della religione maggioritaria, come nel caso dell’Islam.”
Le persecuzioni comportano anche un’esclusione sociale?
“Sì, e questo fenomeno ha effetti a catena su vari aspetti della loro vita, come l’accesso all’istruzione e alle risorse condivise dalla comunità. In Paesi come la Mauritania e Cuba, i ragazzi e le ragazze cristiane in età scolare che vedono scoperta la loro fede vengono spesso rifiutati dai compagni di scuola, e talvolta considerati nemici. Nella Penisola Araba, i bambini di origine musulmana che si convertono al cristianesimo subiscono ostracismo sociale, affrontando abusi non solo a scuola, ma anche nei luoghi pubblici come centri commerciali e parchi giochi.”
L’esclusione sociale ha ripercussioni sulla salute?
“Esistono prove che l’isolamento sociale possa contribuire a seri problemi di salute fisica, come l’aumento dello stress e l’indebolimento del sistema immunitario. Inoltre, studi suggeriscono che l’isolamento sociale aumenti fino al 50% il rischio di sviluppare demenza, e del 30% quello di soffrire di ictus e malattie cardiovascolari. Sorprendentemente, l’esclusione sociale può anche incrementare significativamente il rischio di morte prematura.”
Come l’isolamento sociale incide sull’istruzione?
“Le opportunità educative sono molto limitate e, in alcuni casi, ai bambini e ai ragazzi può essere negato l’accesso all’istruzione, costringendoli a intraprendere professioni ad alto rischio e a basso reddito. Una volta entrati nel mondo del lavoro, l’esclusione sistematica impedisce loro di accedere a posti di lavoro stabili. Questi modelli di esclusione sociale creano un ciclo di stigma e povertà che aggrava l’emarginazione dei cristiani.”