E’ stata archiviata l’inchiesta per concorso esterno in associazione mafiosa nei confronti di Renato Schifani: il Gup Vittorio Anania ha accolto oggi la richiesta dei pm Paolo Guido e Nino Di Matteo e chiuso il procedimento perché gli approfondimenti delle indagini non hanno confermato i fatti. L’ex presidente del Senato è stato indagato due volte in 15 anni per lo stesso reato, è stato oggetto di due richieste di archiviazione e di un ordine per un supplemento di indagini: con l’atto di oggi si chiude definitivamente la vicenda.
“Sono ed ero sereno – ha commentato Schifani – le accuse contro di me non reggevano, avevo e ho sempre avuto fiducia nella giustizia”. L’ex esponente di Forza Italia, oggi tra i leader del Nuovo Centrodestra era stato tirato in ballo dal pentito di Villabate, Francesco Campanella, circa la “manipolazione del piano regolatore del paese a favore di esponenti mafiosi come Antonino Mandalà e il figlio Nicola”. Secondo il Gup, le dichiarazioni dell’ex mafioso non avrebbero nessuna attendibilità, così come quelle fatte da Totò Riina in carcere e scoperte grazie alle intercettazioni.
Per quanto riguarda le relazioni che l’ex presidente del Senato avrebbe intrattenuto con esponenti mafiosi, il magistrato ha ribadito che “si tratta di relazioni che riguardano l’esercizio della professione forense e che non valgono per sostenere un’accusa in giudizio”. Inoltre, a prescindere dalla consapevolezza dell’indagato sulle appartenenze dei suoi interlocutori, tali condotte “si collocano perlopiù in un periodo ormai lontano nel tempo – si legge nella motivazione del giudice – Fatti per i quali opererebbe in ogni caso la prescrizione, in assenza di successive e più aggiornate emergenze”.