Il Consiglio dei ministri sulle norme antiterrorismo, previsto per oggi alle 16, è stato rinviato al 28 gennaio. Il pacchetto, che doveva essere varato martedì, era già stato posticipato. Il grosso delle misure che il governo ha predisposto per rispondere all’emergenza jihadista è però filtrato da Palazzo Chigi. Oltre alla stretta sui foreign fighters preparata dal Viminale, dovrebbero trovare spazio norme per potenziare l’intelligence, come quelle che riguardano le garanzie funzionali per gli agenti segreti sotto copertura e prevedono lo stanziamento di risorse per nuove assunzioni di personale qualificato e per l’acquisto di strumentazione innovativa.
La legge di riforma dell’intelligence – la 124 del 2007 – definisce già oggi le garanzie funzionali per gli 007, la possibilità cioè di compiere una serie di reati senza essere puniti, se ciò è indispensabile alle finalità istituzionali dei servizi. Queste condotte illecite devono essere autorizzate dal capo del governo o dall’Autorità delegata. Ma ci sono reati che uno 007 può commettere, ad esempio quelli che “mettono in pericolo la vita, l’integrità fisica, la personalità individuale, la libertà personale e morale, la salute, l’incolumità di una o più persone”. L’esecutivo vorrebbe eliminare anche altri limiti all’attività degli agenti segreti, consentendo loro, ad esempio, di utilizzare un nome falso nel caso in cui siano sottoposti a procedimento giudiziario. Si tratta di vere e proprie cause di giustificazione (come quelle previste dal codice penale) che potrebbero essere introdotte solamente nelle operazioni antiterrorismo.
Per contrastare il rischio di attentati di matrice islamica andranno poi potenziati il cosiddetto “Humint” (human intelligence, cioè il personale dei servizi in campo), e il “Sigint” (Signals intelligence, cioè a ricerca di notizie di interesse per la sicurezza originate da emissioni elettromagnetiche). Nel primo caso si punta ad assumere personale specializzato ad esempio in alcune materie nuove come economia e informatica, Nel secondo caso l’obiettivo è, invece, dotarsi delle costose attrezzature tecnologiche che consentono un più incisivo controllo e contrasto al cyber-terrorismo. Nel pacchetto antiterrorismo, inoltre, dovrebbe esserci anche il rifinanziamento dell’operazione Strade Sicure, che prevede l’impiego di un contingente di militari a disposizione dei prefetti per la sicurezza nelle città.