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Card. Tagle: “Scandalo abusi ha ferito il nostro popolo”

La nostra mancanza di risposta alla sofferenza delle vittime, anche al punto di respingerli, e di coprire lo scandalo per proteggere gli autori e l'istituzione, ha ferito il nostro popolo”. Lo ha detto il Cardinale Luis Antonio Tagle nella sua relazione, la prima del summit sulla protezione dei minori nella Chiesa che si è aperto questa mattina in Vaticano. Un discorso intenso, quello del porporato filippino, che si è quasi commosso nel pronunciarlo. 

La sofferenza

“Le ferite di Cristo – ha affermato Tagle – portano il ricordo della sofferenza degli innocenti, ma anche il ricordo della nostra debolezza e del nostro peccato”. “Come possiamo  – si è chiesto l'Arcivescovo di Manila – professare la nostra fede in Cristo se chiudiamo gli occhi di fronte a tutte le ferite causate dagli abusi?”. Il Cardinale filippino ha detto che per “riconoscere gli errori ed offrire una testimonianza autentica e credibile della nostra fede nella risurrezione”, occorre che “ognuno di noi e dei nostri fratelli e sorelle, deve assumersi la responsabilità personale per la guarigione di queste ferite nel corpo di Cristo e prendere un fermo impegno a fare tutto ciò che è nella nostra capacità”.

Aiutare le vittime

In primis, è necessario aiutare le vittime a riprendersi dalle ferite degli abusi” perché “la giustizia è necessaria, ma da sola non guarisce, non cura il cuore umano spezzato, le profonde emozioni che si trovano nei cuori così gravemente colpite”. “Dobbiamo essere consapevoli – ha aggiunto – che le vittime sopravvissute soffrono di grande stress e sofferenza, un aumento di ansia e depressione, scarsa autostima, soffrono i conflitti interpersonali che sorgono a causa di questo crollo interno che hanno”.

Giustizia e perdono

Le parole chiave sono giustizia e perdono: “Dobbiamo – ha affermato Tagle – concentrarci su entrambi gli elementi, giustizia e perdono allo stesso tempo. Dobbiamo aiutare le vittime ad esprimere il loro profondo dolore e aiutarle a guarire. Riguardo ai molestatori, dobbiamo fare giustizia e aiutarli ad affrontare la verità senza razionalizzazioni, ma allo stesso tempo non dobbiamo trascurare il loro mondo interiore”.

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