“La canonizzazione di due sante palestinesi è un momento spiritualmente forte per gli abitanti della Terra Santa. Nel mezzo di tutte le difficoltà che ci sono, Mariam e Marie Alphonsine sono una luce sul nostro cammino, un invito a non scoraggiarsi e a mantenere gli occhi fissi sul nostro obiettivo e sulla nostra vocazione per tutti in quanto cristiani: la santità. Se la Terra Santa oggi, talmente straziata da violenza e divisioni, talvolta ci sembra sfigurata, le nostre due sante vengono a restituirgli il suo carattere sacro. Come se Mariam e Marie Alphonsine, con il loro esempio, ci dicessero: sì, la Terra Santa può essere feconda e può dare frutti di santità. La santità è ancora possibile, anche in un contesto tra i più difficili. Mariam e Marie Alphonsine non hanno conosciuto il conflitto israelo-palestinese durante la loro vita sulla terra, ma hanno vissuto in tempi difficili e in un’estrema povertà. Mariam, non avendo ricevuto un’educazione, era anche analfabeta. Ma entrambe grazie alla loro perseveranza, la loro pazienza, la loro umiltà, hanno amato Dio e i loro fratelli con amore e sacrificio al punto di diventare sante” queste le parole del patriarca di Gerusalemme Mons. Fouad Twal ad una settimana dalla cerimonia di canonizzazione delle beate Marie-Alphonsine Ghattas e Mariam Baouardy, che papa Francesco presiederà domenica 17 maggio a Roma.
E’ stato organizzato un fitto programma di iniziative, presentato nel corso di una conferenza stampa che si è svolta al Christian Media Center a Gerusalemme, per chi non potrà partecipare alla celebrazione a Roma. Alla conferenza hanno partecipato il vescovo William Shomali e padre David Neuhaus del Patriarcato Latino; la superiora generale delle Suore del Rosario, madre Iness Al-Yacoub, congregazione fondata dalla beata Marie Alphonsine; padre Dobromir Jasztal, vicario generale della Custodia di Terra Santa; il vescovo melchita Jules Zerey; e padre Pietro Felet, segretario dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa. Da sabato 9 maggio, celebrazioni eucaristiche, Rosari e veglie di preghiera si terranno nel Santuario intitolato alla Madre Alphonsine, nel quartiere Mamilla di Gerusalemme; al Carmelo fondato dalla Baouardy a Betlemme; e nel suo paese natale Ibillin, in Galilea. E poi, dopo le canonizzazioni e fino a novembre, in ogni parte della Terra Santa verranno celebrate messe di ringraziamento per le nuove sante.
Due donne, due religiose, due palestinesi. Entrambe vissute nel XIX secolo, Maryam e Marie Alphonsine si sono spese per i piccoli e i poveri del loro tempo, nella Chiesa e fuori; entrambe inoltre portano il nome della Vergine Maria. “Questo evento è una gioia, è un grande evento. Ci dà speranza e determinazione per continuare la nostra missione, a portare la nostra croce con gioia e carità, a servire le persone, ad amare le persone” ha affermato Madre Iness Al-Yacoub nel suo intervento.
Mons. Shomali, vescovo ausiliare del Patriarcato latino di Gerusalemme, ha detto: “La santità parla arabo, sono arabe. Siamo orgogliosi. Ma non dobbiamo essere solo noi orgogliosi, perchè la santità è universale. Se sono sante, sono sante per tutti e per tutte. E la loro intercessione è per tutti e per tutte. Senz’altro, avranno un’intercessione particolare per la Terra Santa. E’ per questo che andiamo a Roma per celebrare e per pregare perchè si ricordino di noi. E lo faranno”.