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Il teatro come inclusione. Il progetto In.di.c.a

Disabilità, in scena oggi pomeriggio a Palazzo Chigi la Divina Commedia interpretata da attori con cerebrolesioni e non

La recitazione come strumento di inclusione. Il teatro oltre le barriere della disabilità. ”La nostra Divina Commedy” è lo spettacolo nato dal progetto In.di.c.a.,  promosso da Atracto e Nomos e sostenuto da Fondazione CR Firenze. Oggi sarà rappresentata, in collaborazione con associazione Masaccio, alla presenza del ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli. Canti di altissima poesia: la “Divina Commedia” è il capolavoro della letteratura italiana, l’opera immortale del nostro sommo poeta, secondo l’ultima vulgata stabilita da Giorgio Petrocchi. Il primo a definire “divina” la “Commedia” di Dante fu Boccaccio. Il titolo “Divina Commedia” risulta per la prima volta in una edizione del 1555. Il senso del viaggio dantesco nell’Oltretomba può essere rintracciato nella “Epistola” a Cangrande della Scala, al quale Dante dedica il “Paradiso”. L’autore spiega di aver voluto mostrare agli uomini che l’unico modo per elevarsi dalla loro condizione di peccatori e per conquistare la verità e la salvezza è quello di affidarsi al retto uso della ragione. Sul palco saliranno Stefania D’Amico, Alessia Centi, Leonardo Crulli, Lorenzo Giusti, Daniele Giuliani, Daniela Gori, Stefano Grazi, Laura Gullo, Laura Meucci. Simona Rotundo, Barbara Massini, Giulia Mazzuoli, Selene Cannelli, Catia Pacifici. Maicol Mazzi Tonini, Lucia Guazzi e Sara Goiorani. “Il teatro, potente strumento di espressione e inclusione, è stato il luogo dove si è dato vita a un processo di creatività e amicizia capace di ridare un nuovo significato all’esistenza e una nuova direzione a chi ha visto la propria esistenza interrotta da una grave evento traumatico, ma che ora sta ricostruendo la propria vita attraverso il recupero del movimento, della parola e della relazione”, commenta Gaia Guidotti vicepresidente di Nomos.  E aggiunge: “La nostra Divina Commedy non è solo una performance artistica, ma un segno concreto di inclusione sociale,  costruzione di nuovi orizzonti di senso di esistenze interrotte e poi recuperate”.

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Dante nella “selva oscura” in un’incisione di Gustave Doré

Opportunità unica

Gli Atelier di Terapie Occupazionali del progetto In.di.c.a. prendono spunto dal metodo usato dalla cooperativa Nomos per gli Atelier Alzheimer. Uno o due incontri a settimana per tre ore, in cui le persone trovano uno spazio protetto e stimolante, socializzano. Fanno varie attività seguendo piani personalizzati e in base ai loro desideri, come visite ai musei o arte terapia. L’accesso è libero, previa analisi di un neuropsicologo. I benefici sono riscontrabili a livello fisico, psicologico e anche emozionale. Anche le famiglie che assistono persone con cerebrolesione negli Atelier possono trovare supporto e indicazioni. Rappresentare questa commedia a Roma al ministero, spiegano i promotori dell’iniziativa, rappresenta per “i ragazzi” Atracto un’opportunità unica e irripetibile. Un’occasione che valorizza l’impegno di tanti anni di laboratorio teatrale che loro fanno insieme agli attori dell’associazione Masaccio. Si chiama “Indica”, ovvero “Interventi Diretti alle gravi Cerebrolesioni Acquisite”. Si propone come un percorso innovativo e strutturato rivolto principalmente alle persone con Gravi Cerebrolesioni Acquisite (Gca) e alle loro famiglie. Il servizio prevede la realizzazione di un progetto personalizzato in base ai bisogni delle famiglie. Cercando di intervenire positivamente sul benessere e sulla qualità di vita della persona con Gca e della famiglia.

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Dante Alighieri

Teatro per l’inclusione 

La Divina Commedia, interpretata da attori con cerebrolesioni e non, diventa la storia di un viaggio di amicizia, recupero e rinascita. Lo spettacolo teatrale “La nostra Divina Commedy- Come distruggere Dante in quattro e quattr’otto” è scritto e diretto da Silvano Alpini. Andrà in scena oggi 18 dicembre alle 16 nella Sala Monumentale di Palazzo Chigi. Tra il pubblico ci saranno il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli e i sottosegretari. Lo spettacolo nasce dal progetto pilota In.di.c.a. (Interventi DIretti alle Cerebrolesioni Acquisite) promosso dalla cooperativa Nomos insieme all’associazione Atracto-Associazione Traumi Cranici Toscani e sostenuto dalla Fondazione CR Firenze. Con l’obiettivo di promuovere e tutelare i diritti delle persone con disabilità derivanti da grave danno cerebrale. Sono stati creati due Atelier di Terapie Occupazionali, uno a Grosseto e l’altro a San Giovanni Valdarno. Hanno dato vita a un’esperienza unica di integrazione e recupero, attraverso lo strumento del teatro, che è culminata nella realizzazione di questo spettacolo, messo a punto in collaborazione con l’associazione culturale Masaccio.

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Credito: SARA MINELLI

Forma di espressione

Il progetto “Indica” offre supporto e sostegno quotidiano al malato e alla propria famiglia, grazie a professionisti con specifica formazione, costantemente a disposizione e pronti a proporre percorsi riabilitativi alla persona direttamente colpita. ”Ringrazio Atracto e Nomos, Fondazione Cr Firenze e l’associazione Masaccio per questo importante e bellissimo progetto e tutti i ragazzi per l’impegno e la passione che mettono – spiega il ministro Alessandra Locatelli -. Il teatro, la musica e l’arte consentono di esplorare nuove forme di espressione e sono fondamentali per valorizzare i talenti e le competenze di ogni persona, e per mostrarne le potenzialità e non i limiti.  Offrire occasioni e dare opportunità è il modo migliore per far emergere le capacità di tutti e progetti in rete tra Enti del terzo settore e territorio, come questo, promuovono pienamente questa prospettiva. Abbiamo davanti a noi una grande sfida: il cambiamento è iniziato e possiamo vincerla solo insieme”. “È motivo di grandissima soddisfazione – dichiara Maria Oliva Scaramuzzi, vicepresidente Fondazione CR Firenze– poter svolgere questa rappresentazione nella sede di una delle massime Istituzioni del Paese. È la conferma della assoluta validità di un modello terapeutico che conferma quanto lo spettacolo, e le arti in generale, possano contribuire in maniera considerevole al recupero di una persona. È il motivo per cui destiniamo a questo settore risorse significative che vanno alle tante associazioni e organizzazioni che se ne occupano. A loro, e in particolare ad Atracto e a Nomos, va tutta la nostra stima e gratitudine per la passione e la costanza con cui assistono le persone con disabilità”.

 

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