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Polmonite, Di Marco (SIP): “Ridurre il fumo tra i giovani per limitare i rischi”

L'intervista di Interris.it al prof. Fabiano Di Marco, Presidente della Società Italiana di Pneumologia (SIP-IRS) sui rischi e le misure preventive contro la polmonite in occasione della Giornata mondiale ad essa dedicata

“L’incidenza della polmonite in Italia è di circa 5-10 nuovi casi ogni 1.000 abitanti. Si tratta di una malattia che ha un’incidenza bimodale: colpisce soprattutto i bambini e gli anziani, in particolare quelli fragili. Questo ultimo dato è particolarmente rilevante in un paese come l’Italia, dove l’aspettativa di vita è alta, ma in cui si invecchia male, con diverse fragilità. Anche i giovani sono a rischio di contrarre polmoniti in forma grave: questo perché in Italia abbiamo una percentuale altissima di giovani che fumano, mettendo così a rischio la propria salute. E’ dunque fondamentale che il nostro Paese si impegnarsi a ridurre l’esposizione dei giovani al fumo”. E’ l’avvertimento del prof. Fabiano Di Marco, Presidente della Società Italiana di Pneumologia (SIP-IRS) intervistato da Interris.it in occasione della Giornata Mondiale contro la Polmonite che si celebra ogni 12 novembre per accendere un faro su questa infiammazione che ancora oggi rappresenta una delle principali cause di mortalità infantile nel mondo, specialmente nei Paesi meno sviluppati.

Il Presidente Sergio Mattarella conferisce “motu proprio” l’onorificenza di Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana a Fabiano Di Marco. Credit: Francesco_Ammendola

L’intervista al Presidente SIP-IRS, prof. Fabiano Di Marco

Cos’è la polmonite e quali sono le sue principali cause?

“La polmonite è un’infiammazione del polmone, spesso causata da un’infezione. In italiano, usiamo questo termine per indicare tutte le cause di infiammazione polmonare, anche se la più comune è quella infettiva. Le principali cause delle polmoniti infettive sono virus e batteri. Nei casi ospedalizzati, i virus influenzali e il virus respiratorio sinciziale (RSV) sono cause frequenti, mentre lo pneumococco è il batterio più comune”.

Riguardo ai vaccini, quali sono quelli indicati per la prevenzione?

“Attualmente abbiamo quattro vaccini che riducono il rischio di polmonite: quelli contro il Covid-19, l’influenza e lo pneumococco, somministrabili in qualsiasi momento dell’anno. Recentemente è stato approvato anche il vaccino per il virus respiratorio sinciziale (RSV), già disponibile nel nostro Paese. Anche se la campagna vaccinale non è ancora iniziata, io lo consiglio: abbiamo dati che dimostrano infatti l’efficacia di questo vaccino che può proteggere per almeno due stagioni ed è indicato per chi ha più di 60 anni”.

Lei è stato premiato dal Presidente Mattarella per l’impegno durante la pandemia di Covid-19. C’è un “prima” e un “dopo” Covid-19 per quanto riguarda la polmonite?

“Sicuramente sì. Oggi c’è una maggiore consapevolezza sull’importanza dell’igiene respiratoria, come l’uso della mascherina e il lavaggio frequente delle mani. Prima, queste pratiche erano riservate a pazienti immunodepressi, mentre ora alcuni anziani fragili stanno adottando queste misure”.

Foto di CDC su Unsplash

Quanto influiscono i fattori ambientali, come l’inquinamento atmosferico e il fumo, sull’incidenza della polmonite?

“I fattori ambientali hanno un impatto rilevante, sia come fattori di rischio per lo sviluppo di patologie croniche, tra cui quelle polmonari, sia direttamente. Chi ha una patologia polmonare cronica è più suscettibile a sviluppare la polmonite. Inoltre, è riscontrato scientificamente che nei giorni di maggiore inquinamento aumentano gli accessi ospedalieri per infezioni respiratorie”.

Quali sono i consigli della Società Italiana di Pneumologia (SIP) per ridurre i rischi?

“La SIP si impegna nella divulgazione e pubblica linee guida. Abbiamo lanciato una campagna informativa sul nostro sito focalizzata sui rischi della polmonite e sulle abitudini di vita e la prevenzione vaccinale per ridurre il rischio. I consigli principali sono di evitare il fumo di sigaretta, aspetto problematico nel nostro Paese, dove molti giovani fumano, spesso utilizzando dispositivi come le sigarette elettroniche e il tabacco riscaldato.
Altri consigli sono le vaccinazioni per le popolazioni a rischio: per gli over 60, le persone con patologie croniche e i soggetti fragili. Credo però che sia importante per il nostro Paese impegnarsi a ridurre l’esposizione dei giovani al fumo. Nonostante le innovazioni mediche, come nuovi farmaci e vaccini, è difficile ridurre i rischi per la salute se il 30% dei giovani fuma! Il legame tra fumo e polmonite è diretto, perché chi fuma è più esposto a sviluppare patologie croniche che aumentano il rischio di polmonite e aggravano gli effetti della malattia. In occasione della Giornata mondiale contro la polmonite, dunque, voglio sottolineare che il fumo, sotto ogni forma – che sia tradizionale, riscaldato o elettronico – espone al rischio concreto di ammalarsi in forma grave”.

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