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Giubileo: Pellegrini di speranza nella Basilica di San Pietro

Ecco come la Basilica di San Pietro si prepara ad accogliere i pellegrini. A poche ore dall'apertura della Porta Santa InTerris ha incontrato P. Enzo Fortunato, direttore comunicazione Basilica papale di San Pietro in Vaticano

La Basilica di San Pietro è il cuore del Vaticano e il Giubileo è un’opportunità per ritrovare il senso della comunità e della solidarietà. Questo luogo, con la sua storia millenaria, continua a unire persone di diverse culture e provenienze con al centro oggi un messaggio: quello della speranza. P. Enzo Fortunato, direttore comunicazione Basilica papale di San Pietro in Vaticano, ci racconta le attese e le iniziative proposte per chi si metterà in cammino in questo anno santo.

Un luogo dove riscoprire la speranza

“La Basilica è lo scrigno dove è custodita la testimonianza di San Pietro – ci racconta P. Enzo Fortunato – e soprattutto un San Pietro che si fa da specchio, da specchio per i nostri entusiasmi, la voglia di vivere bene il Vangelo, ma anche lo specchio dei nostri tradimenti, delle nostre vigliaccherie e il Giubileo rappresenta quel momento, quella tappa fondamentale della Chiesa che ci chiede con Papa Francesco di sperare e di dirci che niente e nessuno può cancellare la dignità dell’essere figli di Dio e questa dignità la vogliamo trasmettere, vogliamo contaminare gli altri affinché ognuno porti il suo contributo per realizzare la piena dignità di ogni uomo, dagli ultimi ai ricchi perché ci si salva insieme, non ci si salva da solo”

Identikit del pellegrino

Il pellegrinaggio giubilare passa attraverso una strada, la stessa “Via della Conciliazione”, dove – continua padre Enzo “volti, storie, culture, provenienze si ritrovano e hanno una comune meta: quella porta che ci dice ‘Io sono la porta’, quindi è Gesù che ci attende”.
Pellegrini, turisti, romani, semplici curiosi. Tantissime le tipologie di persone che si troveranno a passare sotto la Porta Santa e poi a fare esperienza della bellezza. Ma non mancherà l’attenzione e la preghiera con un cammino dedicato. “La cosa più bella è vedere anche i turisti che rimangono catturati dalla bellezza che questo Tempio di Dio emana e che rimanda alla bellezza di Dio, Ognuno è chiamato davvero a testimoniare la presenza di Dio.”
La testimonianza oggi viaggia con molti mezzi: due webcam sempre accese sulla tomba di San Pietro e sulla Porta Santa; la rivista ufficiale “Piazza San Pietro” e poi il sito internet i social, ma “soprattutto – riflette ancora P. Fortunato – attraverso la testimonianza di chi in questa Basilica vive.

Come prepararsi a varcare quella Porta

La preparazione, l’invio e la presenza delle persone, cioè un pensiero, un invito affinché i pellegrini che avranno tutto l’anno per poter arrivare si potranno preparare per varcare per la Porta Santa e soprattutto anche dedicarsi nei momenti di preghiera. Una bella iniziativa che già ancora prima è l’adorazione eucaristica, il sabato, i momenti anche il rosario. Ecco come prepararsi anche non solo al passaggio ma a vivere anche bene questo periodo giubilare seguendo quello che il Santo Padre ci ha detto di non lasciarci mai rubare la speranza e diventare pellegrini di speranza.
“Ci sono tanti modi per prepararsi a vivere bene questo anno giubilare prima di entrare attraverso la Porta Santa – conclude P. Enzo Fortunato – una lettura, un raccoglimento personale, un mettere ordine nella propria vita, come ci ricordava il cardinal Carlo Maria Martini e poi ci sono degli obiettivi e io credo che l’obiettivo dell’amore, l’obiettivo del tempo, l’obiettivo della sicurezza da donare a chi sta accanto a noi possa coinvolgere credenti e non credenti”.

Una preghiera

C’è una preghiera scritta da Vito Consorti, lo scultore che ha costruito la nuova Porta Santa
“Vorrei essere come una porta chiusa a invidia e avidità, aperta al dono e all’offerta.
Vorrei essere come una porta a chi allontana freddo e gelo che protegge e fa incontrare.
Vorrei essere come una porta chiusa all’egoismo, aperta all’amore del prossimo e alla comprensione.
Vorrei essere come una porta che a te Signore offre una casa e agli altri amore, tempo e sicurezza”.

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