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Giubileo della Comunicazione, un’opportunità per comunicare la speranza

I capisaldi etici e gli orizzonti futuri del giornalismo cattolico delineati in occasione del Giubileo della Comunicazione da Vincenzo Varagona, giornalista e presidente nazionale dell'Ucsi

Il Giubileo della Comunicazione che stiamo celebrando rappresenta un’opportunità fondamentale per riflettere sul ruolo cruciale del giornalismo in un momento connotato da una tensione sociale crescente. Alla luce di ciò, in un’epoca in cui l’informazione è spesso accusata di essere distante dalle reali necessità dei cittadini, i giornalisti cattolici, basandosi sull’insegnamento di Papa Francesco, sono chiamati a recuperare il senso profondo della loro professione. Devono collocarsi vicino alle persone, promuovendo un’idea di giornalismo come strumento di “fraternità attiva”, favorendo così la creazione di una società più solidale. Interris.it, in merito a questo tema, ha intervistato il dott. Vincenzo Varagona, giornalista e presidente nazionale dell’Ucsi, l’Unione Cattolica Stampa Italiana che, dal 1959, è la voce dei giornalisti cattolici impegnati nella professione e nella società civile.

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Foto di AbsolutVision su Unsplash

L’intervista

Dottor Varagona, nel giorno della memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, è iniziato il Giubileo della Comunicazione. Qual è e quale dovrà essere il ruolo dei giornalisti cattolici?

“Vedo il Giubileo come straordinaria occasione di cambiamento. La si può sfruttare, oppure no. Ecco, credo che i giornalisti cattolici avvertano, forse più di altri, questa necessità: recuperare il senso della professione, recuperando il suo essere a servizio della persona. Sembra retorica, ma se apriamo giornali, ascoltiamo radio e tg, visualizziamo giornali on line, ci rendiamo conto che non è affatto così. L’informazione di oggi, purtroppo, è lontana mille miglia (complessivamente) da quella che vorrebbe l’opinione pubblica”.

In che modo, il giornalismo, può favorire la speranza e l’incontro con l’altro?

“Sono rimasto molto colpito, recentemente, in occasione di un seminario per giornalisti, al quale hanno partecipato colleghi del giornalismo costruttivo e counselor, una nuova e splendida definizione di giornalismo come “relazione d’aiuto”. L’ho collegata a un’altra affermazione, arrivata dalla responsabile emergenze della Protezione Civile, Cinzia Postiglione, che in occasione del sisma 2016, ai giornalisti diceva: voi dovete sapere che siete una colonna portante della Protezione Civile, cosa che comporta preparazione, formazione e responsabilità. Ecco, credo davvero che noi abbiamo responsabilità che vanno oltre il nostro compito di offrire notizie che siano verificate e utili”.

credito: CARLO LANNUTTI

Che iniziative metterà in campo l’Ucsi nell’ambito del Giubileo della Comunicazione? Quali sono i vostri auspici in merito?

“Intanto abbiamo fatto di tutto, mettendo a disposizione anche la nostra struttura organizzativa, affinché al Giubileo partecipassero più giornalisti possibile. Poi ci siamo collegati con Ordine dei Giornalisti e Federazione della Stampa, affinché da tutti fosse percepita questa occasione di riflessione, che sfociasse in un percorso operativo. Come se non bastasse, abbiamo messo in moto un evento che, per la prima volta, si svolgerà contestualmente, in collegamento, fra le sedi nazionale dell’Ordine e della Fnsi, coinvolgendo tanti altri soggetti che lavorano a vario titolo nel mondo dell’informazione: dal Constructive Network, alla Stampa estera, alla federazione internazionale giornalisti cattolici, al Copercom, alla Fisc, al Weca. Questo perché, come dice il Papa, nessuno si salva da solo”.

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