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lunedรฌ 23 Dicembre 2024

Gli โ€œsfregiโ€ del patrimonio artistico italiano in mostra a Pompei

Nelle vetrine dellโ€™Antiquarium di Pompei sono esposti 170 reperti tra ceramiche, statue, anfore, e offerte votive. Opere che affiancano oggetti di pari bellezza, ma prodotti dai falsari, anche questi finiti per decenni nei depositi giudiziari e ora rispolverati e collocati in teche di vetro. Le opere originali messe difronte ai โ€œfakeโ€ dimostrano quanta perizia i falsari hanno mutuato dalla storia antica che ha fatto grande lโ€™Italia.

Si tratta di materiale di deliziosa fattura e di immenso valore, recuperato mediante operazioni internazionali da Carabinieri, Guardia di Finanza e Magistratura e lasciato nel buio di locali blindati, dai quali non poteva essere spostato nรฉ mostrato perchรฉ costituiva il corpo del reato. โ€œQuesta mostra denuncia lo โ€˜stuproโ€™ subito dal patrimonio culturale italiano, saccheggiato e clandestinamente rivenduto dal 1960 a oggi. Il recupero dei reperti consente oggi di esporre qui una piccola parte del โ€˜bottinoโ€™ svincolato e ora in vetrina qui nellโ€™Antiquarium degli Scavi di Pompei fino al 27 agosto del 2017โ€ณ. Il soprintendente del sito archeologico, Massimo Osanna, ha cosรฌ descritto la mostra inaugurata oggi e dal titolo โ€œIl Corpo del Reatoโ€œ.

โ€œQuesti oggetti โ€“ ha spiegato Osanna โ€“ simboleggiano la violazione cui รจ costantemente sottoposto il patrimonio culturale. Molti di questi reperti provengono dalla Daunรฌa, non sono tutti del territorio campano, ma sono stati trafugati in Puglia e in Basilicata, regioni che hanno maggiormente subito il saccheggio di opere antiche. Purtroppo sono anche una cruda testimonianza della perdita di conoscenza per la nostra societร . In molti casi, infatti, non รจ possibile risalire ai luoghi in cui sono stati trafugati e, nel contempo, alle popolazioni che hanno subito il saccheggio non รจ piรน dato conoscere le straordinarie bellezze di cui erano custodiโ€.

Osanna pone in rilievo il valore educativo della mostra, che โ€œvuole offrire ai visitatori il senso dellโ€™oltraggio arrecato al patrimonio culturale italianoโ€œ. Ai reperti esposti sono assegnati nomi dei detentori illegali ai quali le forze dellโ€™ordine effettuarono i sequestri, avvenuti tra gli anni 1960-90, quando la razzia di migliaia di siti italiani alimentรฒ preziose collezioni di musei internazionali come il Getty a Los Angeles e il Metropolitan a New York. Si ammirano, quindi, oggetti antichi contrassegnati con i nomi degli autori dei crimini: due di loro, ad esempio, ora si ritrovano menzionati come misteriosi personaggi.

Sono di due antiquari, il primo di Firenze, il secondo del Napoletano ai quali, negli anni Settanta, vennero sequestrati, con lโ€™accusa di ricettazione, i preziosi oggetti trafugati dai tombaroli italiani. Per allestire questa mostra, รจ stato necessario superare i vincoli burocratici che bloccavano questi beni durante i lunghi processi per i quali, appunto, costituivano corpo di reato. Grazie alla sensibilitร  del giudice Carlo Spagna, magistrato delegato allโ€™ufficio Corpi di Reato del Tribunale di Napoli, la Soprintendenza di Pompei รจ entrata in possesso di questo materiale ora esposto.

โ€œCerte cose o si fanno in un giorno o non si fannoโ€ ha affermato il giudice Spagna spiegando con quale celeritร  รจ riuscito a ottenere ciรฒ che non era affatto semplice: fare uscire dai sotterranei i reperti sequestrati negli anni Settanta, risalendo allโ€™iter giudiziario per constatarne la chiusura. โ€œAltri reperti sono stipati nellโ€™Antiquarium di Stabia e speriamo presto di poterli svincolare per esporli al pubblicoโ€ ha promesso Osanna. La provenienza dei beni archeologici assegnati in via definitiva alla Soprintendenza di Pompei รจ di Castel Capuano, a Napoli, dal โ€œMuseo Criminaleโ€ che il giudice Spagna ha auspicato venga presto rinominato โ€œMuseo delle Regoleโ€.

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