Vigilia di Natale il 24 dicembre alle 19 con la Celebrazione Eucaristica presieduta da Papa Francesco in Piazza San Pietro, si aprirà ufficialmente il Giubileo 2025. Al termine della Messa lo stesso pontefice aprirà la Porta Santa della basilica vaticana, cuore e centro dell’intera cristianità. Nella storia dei giubilei, l’apertura della prima Porta Santa a Roma risale probabilmente al 1423 quando Papa Martino V (1417-1431) aprì quella della basilica di San Giovanni in Laterano.
Le prime testimonianze di questo rito che riguardano, invece, l’apertura della porta della basilica di San Pietro risalgono al 24 dicembre del 1499 durante il Pontificato di Papa Alessandro VI (1492-1503) per l’Anno Santo del 1500, e le cronache ci raccontano, che tutto avvenne “al suono delle trombe militari, al rullio dei tamburi e al suono festoso delle campane”. La Porta Santa più antica in assoluto, però, non si trova a Roma bensì è posizionata sulla parete sinistra della basilica di S. Maria di Collemaggio, fondata da Celestino V a L’Aquila ed esisteva già precedentemente al primo Giubileo della storia, indetto nel 1300 da Papa Bonifacio VIII (1294-1303).
In merito all’istituzione di questa caratteristica usanza, radicata nei secoli dai credenti, alcuni studiosi ritennero che essa non fu del tutto una novità in quanto qualcosa di analogo veniva praticato anche ai tempi del paganesimo: infatti, all’inizio dei celebri “ludi secolari” una sorta di “Olimpiadi spirituali” che si tenevano alla fine di un saeculum, ovvero un periodo di tempo che indicava la durata di una generazione, stimato tra i 100 e i 110 anni, veniva aperta una porta dietro la quale era custodita l’ara su cui si offrivano sacrifici alle varie divinità tra cui Apollo, Giove e Latona, in segno di ringraziamento per il periodo trascorso e a chiedere il loro favore per il nuovo secolo.
La Porta Santa di S. Pietro è opera dello scultore Vico Consorti (1902-1909) che la realizzò in undici mesi, e fu inaugurata alla viglia di Natale 1949 da Pio XII (1939-1958). Nella Porta lo scultore ha raffigurato la storia dell’uomo in sedici formelle da “Il peccato e la cacciata dal Paradiso Terrestre”, alle apparizioni di Cristo risorto a Tommaso e a tutti gli Apostoli riuniti. Fino all’immagine di Cristo come porta di salvezza nell’ultima formella.
Aprire una Porta, in questi giorni che ricordano la nascita di un Bambino, ha un’importanza unica e un valore profondo per tutto il genere umano.
Una Porta aperta vuol significare e vuol dire che tutti possono essere accolti e rispettati e non c’è bisogno di guardare il colore della pelle, la razza o il genere o la provenienza: ciascuno può oltrepassare la Porta dell’accoglienza, è un gesto d’amore e in quest’Anno Santo è soprattutto un gesto di misericordia.
Quella porta richiama al passaggio dal peccato alla “Grazia”; quella porta è un richiamo a professare e a confessare la propria fede, a sentirsi chiesa, quella porta ci dice che dopo averla oltrepassata scopriamo il vero senso della nostra esistenza.
E questo gesto, che per primo compirà Papa Francesco, sarà ancora più ricco se varcando la soglia della Porta, non solo a Natale, come “pellegrini della speranza”, troveremo il volto di Gesù Bambino che ci accoglie per vivere in pace tutti insieme.