La bandiera palestinese sventolerà al Palazzo di Vetro di New York. L’Assemblea Generale ha approvato una risoluzione che dà all’Anp e agli altri Paesi con status di osservatore non membro il diritto di issare il proprio vessillo. Il Vaticano si è però smarcato dall’iniziativa dell’autorità palestinese, e ha detto che la sua bandiera non sarà istallata prima del discorso di Papa Francesco, previsto per il 25 settembre. “E’ un fatto simbolico, ma rappresenta un altro passo per solidificare i pilastri dello Stato della Palestina sulla scena internazionale”, ha spiegato Riyad Mansour, l’ambasciatore dell’Autorità Nazionale Palestinese (Anp) all’Onu. “Il quadro è cupo – ha aggiunto Mansour – il processo politico è morto, Gaza è soffocata. Questa risoluzione sulla bandiera è come una piccola luce volta a tenere viva la speranza per il popolo palestinese”.
Sia gli Usa che Israele hanno espresso una forte opposizione: l’ambasciatore di Israele al Palazzo di Vetro, Ron Prosor, ha bollato l’iniziativa come “un palese tentativo di dirottare le Nazioni Unite”. Mentre il portavoce del Dipartimento di Stato americano, Mark Toner, l’ha definita “controproducente”. E si è smarcato dall’iniziativa palestinese l’altro Paese con lo status di osservatore all’Onu, il Vaticano: l’arcivescovo Bernardito Auza, osservatore permanente della Santa Sede al Palazzo di Vetro, ha ribadito di non essere un co-sponsor dell’iniziativa “perché abbiamo certamente diverse priorità”, e di non aver ancora deciso se la sua bandiera verrà issata in futuro. “La questione è aperta, non posso dire quale sarà la posizione della Santa Sede in seguito”, ha detto Auza.