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Gli auguri via radio del cardinal Zuppi alle forze dell’ordine

Il presidente della Cei ha rivolto gli auguri di Natale a Carabinieri, Polizia, Polizia locale, Esercito dell'Operazione Strade sicure e Vigili del fuoco dalle centrali operative

Se la televisione entra nella case degli italiani, tramite la radio il presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), cardinal Matteo Zuppi, è “entrato” nelle pattuglie e nelle volanti delle forze dell’ordine per gli auguri di Natale. Inoltre, in un testo inviato al Resto del Carlino, l’arcivescovo di Bologna, scrive” Dio nasce per portare speranza nella tragedia della pandemia della guerra”.

Auguri via radio

Buon Natale a voi che svolgete un’importante servizio e alle vostre famiglie, anche se lontani” con l’augurio di un nuovo anno “di speranza, di futuro, anche per l’Italia” intera. Sono le parole che il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei e arcivescovo di Bologna, ha rivolto ai vari corpi delle forze dell’ordine – Carabinieri, Polizia, Polizia locale, Esercito dell’Operazione Strade sicure e Vigili del fuoco – nella notte di Natale, a Bologna, dopo la celebrazione della Messa in cattedrale. Il cardinal Zuppi è salito su pattuglie e volanti e ha rivolto i suoi auguri via radio tramite le centrali operative. Scherza in particolare coi Vigili del fuoco: “C’è un’emergenza, c’è una stella sulla capanna, voglio vedere se riuscite a prenderla, vedete di recuperarla…Se quella stella la trovate tenetela stretta“.

Una nave nella tempesta

Un pensiero alle tragedie della guerra nel messaggio che l’arcivescovo di Bologna ha inviato al Resto del Carlino: “Cari lettori – scrive – quel Signore che è venuto, verrà. Non ci porrebbe essere un augurio di Buon Natale migliore soprattutto quest’anno dove Dio nasce per portare speranza nella tragedia della pandemia della guerra. È una nave che, in questa terribile notte che spegne l’umanità e la mette a rischio, si mette a navigare in un mare in tempesta perché la pace non sia un sogno ma diventi storia. Dio è da sempre la nostra storia. Per questo San Francesco andò a Greccio, per vedere in quel bambino figlio di contadini poveri di un luogo povero, deposto anche lui in una mangiatoia, la presenza visibile di Dio. Non vedeva quello che non esisteva, ma quello che dà senso a tutti e a tutto. Ecco la meraviglia del Natale e di quei presepi che possiamo riconoscere e preparare ovunque”.

Fonte Ansa

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