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“La presenza del male non è opera di Dio”

La presenza del male nel mondo, che si infila nelle pieghe della storia e, a volte anche nei nostri stessi cuori. Un male che non è opera di Dio, ma esiste ed ha “larghe falde che tiene sotto il suo obrello le esperienze più diverse: i lutti dell'uomo, il dolore innocente, la schiavitù, la strumentalizzazione dell'altro, il pianto dei bambini innocenti. Tutti questi eventi protestano nel cuore dell'uomo e diventano voce nell'ultima parola della preghiera di Gesù“. Sono queste le parole pronunciate da Papa Francesco durante l'udienza generale di oggi, dedicando la catechersi all'ultima invocazione contenuta nel Padre Nostro: “Ma liberaci dal male”.

Il male della storia non è opera di Dio

“C'è un male nella nostra vita, che è una presenza inoppugnabile. I libri di storia sono il desolante catalogo di quanto la nostra esistenza in questo mondo sia stata un'avventura fallimentare. C'è un male misterioso, che sicuramente non è opera di Dio, ma che penetra silenzioso tra le pieghe della storia – ha detto Papa Francesco – In qualche momento pare prendere il sopravvento, in certi giorni la sua presenza sembra perfino più nitida della misericordia di Dio. Nei momenti della disperazione è più nitidia”. “tutti noi sappiamo cosa è il male – ha aggiunto a braccio – Tutti noi sappiamo cosa è la tentazione. Tutti noi abbiamo sperimentato nella nostra carne la tentazione. In qualsiasi peccato, ma il tentatore ci muove, 'vai per quella strada', ci spinge al male”. Il Padre nostro “assomiglia a una sinfonia che chiede di compiersi in ciascuno di noi. Il cristiano sa quanto soggiogante sia il potere del male, e nello stesso tempo fa esperienza di quanto Gesù, che mai ha ceduto alle sue lusinghe, sia dalla nostra parte e venga in nostro aiuto”, ha affermato il Pontefice spiegando che “se non ci fossero gli ultimi versetti del Padre nostro, come potrebbero pregare i peccatori, i perseguitati, i disperati, i morenti? L'ultima petizione è proprio la petizione di noi quando saremo nel limite, sempre”. 

Il ricordo dell'attentato a Wojtyla

Al termine della catechesi Papa Francesco ha voluto ricordare l'attentato alla vita di San Giovanni Paolo II, ricordando che è avvenuto il 13 maggio, giorno in cui la Chiesa fa memoria della prima apparizione della Beata Vergine Maria di Fatima. Salutando i pellegrini polacchi ha rievocato le parole di Papa Wojtyla: “In tutto ciò che ho è accaduto, ho visto una particolare protezione materna di Maria”. “Ricordiamo anche le parole della Madonna – ha aggiunto Bergoglio -: 'Sono venuta ad ammonire l'umanità, affinché cambi la vita e non rattristi Dio con gravi peccati. Gli uomini recitino il rosario e facciano penitenza per i peccati'. ascoltiamo questa raccomandazione – ha concluso il Ponterfice – Chiediamo a Maria la sua materna protezione, il dono della conversione, lo spirito di penitenza e la pace per il mondo intero”. 

Otto bimbi migranti sulla papamobile

Prima di entrare in piazza San Pietro per l'udienza, Papa Francesco ha fatto salire sulla papamobile otto bambini, tra loro alcuni stranieri, tutti con cappellini della Cooperativa Auxilium e magliette con scritti i verbi che il Papa assegna a ogni politica migratoria: “accogliere, proteggere, promuovere, integrare”. Per scoprire chi sono, clicca qui.

 

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