Il 21 settembre si svolgerà una riunione di alto livello del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite per fare il punto sul conflitto in Siria e discutere delle prospettive per porre fine ai combattimenti, iniziati sei anni fa. Gerard van Bohemen, ambasciatore all’Onu per la Nuova Zelanda, attuale presidente del del Consiglio Onu, ha detto che i membri dovranno analizzare “l’iniziativa politica” che l’inviato Staffan de Mistura sta preparando per aiutare a rilanciare i negoziati di pace, in fase di stallo.
Il bilancio del conflitto siriano si fa, via via, sempre più sanguinoso. Secondo il locale Osservatorio per i diritti umani nel solo mese di agosto almeno 4475 persone, tra cui 1289 civili, sono rimasti uccisi.
I numeri diffusi dall’organizzazione sono drammatici: tra le vittime, 263 sono bambini e 191 donne, morti a seguito degli attacchi da parte del regime e dei suoi alleati. Circa 690 civili sono rimasti vittima dei raid siriani e russi e 189 del fuoco dell’artiglieria di Damasco, mentre 222 sono stati uccisi dai razzi. Appena pochi giorni fa, undici bambini sono morti in un sobborgo di Aleppo, da un attacco con “bombe barile”.
Nei giorni scorsi De Mistura ha messo in guardia sul fatto che potrebbero esserci altri accordi tra governo siriano e ribelli come quello che ha portato all’evacuazione di civili da Daraya, un sobborgo di Damasco, fortemente criticata dalle Nazioni Unite. “Dopo Daraya, potrebbero esserci altre Daraya. Potrebbe essere una strategia”, ha detto in una conferenza stampa a Ginevra. Simili evacuazioni potrebbero avvenire a Homs e Madaya, ha spiegato il consigliere di De Mistura, Jan Egeland.