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Monitoraggio Iss-Ministero: nuovi colori delle regioni e indice di contagio nazionale

La bozza del monitoraggio settimanale sta per essere ufficializzata: ecco le sei regioni che torneranno arancioni dal 12 aprile. La Sardegna diventa "rossa"

Sulla base dei dati e delle indicazioni della Cabina di Regia nazionale, il Ministro della Salute, Roberto Speranza, sta per firmare le nuove ordinanze  in vigore a partire dal 12 Aprile, relative alle “zone” delle regioni.

I colori delle regioni

A passare da rosso ad arancione saranno le Regioni Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte e Toscana. Passa invece in zona rossa la Regione Sardegna, unico territorio italiano ed essere stato in “zona bianca”. Gli altri territori permangono in arancione, poiché la zona gialla è stata eliminata dalla mappa nazionale almeno fino al 30 aprile e soprattutto – ha precisato il premier Draghi – laddove c’è la riapertura in presenza delle scuole.

L’indice di contagio nazionale

Come riporta Ansa, scende il valore dell’Rt nazionale a 0,92, mentre la scorsa settimana era a 0,98. In calo anche l’indice dell’incidenza dei casi ogni 100 mila abitanti, con 185 dai 232 della scorsa settimana. Sono questi, secondo quanto si apprende, i due valori più significativi del monitoraggio settimanale Iss-Ministero della Salute diffuso oggi.

Secondo i dati comunicati dal ministero della Salute, sono 18.938 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore. Ieri erano stati 17.221. Sono invece 718 le vittime in un giorno (ieri 487).

In base alla bozza del Monitoraggio Iss/ministero, si osserva una diminuzione del livello generale del rischio, ma quattro Regioni (Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta) hanno ancora un livello di rischio alto. Quindici Regioni/PPAA hanno una classificazione di rischio moderato (di cui quattro ad alta probabilità di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e una Regione (Veneto) e una Provincia Autonoma (Bolzano) che hanno una classificazione di rischio basso. Otto Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale maggiore di uno. Tra queste, due Regioni (Sardegna e Valle d’Aosta) hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 3. Sei Regioni hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo 2. Le altre Regioni/PPAA hanno una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno, secondo quanto evidenzia la bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità e ministero della Salute.

Rimane alto il numero di Regioni e di province autonome che hanno un tasso di occupazione in terapia intensiva sopra la soglia (15 contro le 14 della settimana precedente). Il tasso di occupazione in terapia intensiva a livello nazionale è sopra la soglia critica (41%). Il numero di persone ricoverate in terapia intensiva è ancora in lieve aumento, da 3.716 (30/03/2021) a 3.743 (06/04/2021). La bozza del monitoriaggio settimanale evidenzia inoltre che  “il forte sovraccarico dei servizi ospedalieri, l’incidenza ancora troppo elevata e l’ampia diffusione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità richiedono l’applicazione di ogni misura utile al contenimento del contagio”.

Le dichiarazioni del presidente del CTS Franco Locatelli

“L’indice Rt è in miglioramento, e alcune Regioni passeranno in zona arancione”. A confermarlo a Sky TG24 è il presidente del Consiglio Superiore di Sanità Franco Locatelli. Circa il piano vaccinale Locatelli ha affermato che “non c’è stata una svista in termini di priorità” delle vaccinazioni “perché si è già data la priorità agli 80enni ospiti della Rsa e ai fragili”. E facendo riferimento all’attacco di Draghi durante la conferenza stampa di ieri a chi “salta la fila” delle vaccinazioni ha spiegato: “Il messaggio del presidente Draghi è l’appello alla sensibilità, alla coscienza e allo spirito civico”.

Novità sulle vaccinazioni

Per quanto riguarda il vaccino anti-Covid di Pfizer, ha sottolineato Locatelli, “ci sono dati che indicano che è possibile allungare l’intervallo da 21 a 42 giorni senza perdere l’efficacia della copertura vaccinale. Questo consente di incrementare il numero delle persone che possono ricevere la prima dose”. “C’è questo tipo di indicazione – ha aggiunto – poi l’attuazione pratica spetta al ministero della Salute, però i presupposti immunologici e biologici ci sono tutti”.

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